La scatola dei giocattoli

toyboxUn interessante commento aggiuntosi recentemente al post “Un’Italia media per italiani medi” lasciato dal lettore Andrea mi ha distolto per un attimo dalla mia immersione nello studio della cultura giapponese e riportato con la mente verso il perpetuo discorso dell’istruzione inglese vs istruzione italiana, accorpato anche dalla lettura di un articolo del Corriere intitolato “Un pezzo d’Italia nel cuore del sapere” pubblicato proprio due giorni fa.
L’articolo del Corriere fa riferimento a dati dell’Ucas per far notare come ancora nel corso dell’ anno 2008 ci sia stato un ulteriore incremento delle richieste italiane di iscrizioni alle universitá Britanniche (La prestigiosa Cambridge sempre in testa), incremento del 21% che si somma ad un incremento del 11% registrato giá nel corso del 2007.
Tralasciamo il tono quasi patriottico con cui il Corriere titola un articolo che é sostanzialmente di vergogna ma si prova a far passare per orgoglio, Il nostro (?) giornale preferito si domanda poi (accessoriamente) quale siano le motivazione che spingono gli italiani a fare una scelta che é al tempo stesso fuga e ricerca di maggiore prestigio. Ebbene dopo esserci resi conto che la risposta é giá inclusa nella domanda possiamo passare a leggere i commenti dei lettori che sono come sempre la parte piú vera ed interessante dell’articolo trattato.
Peró facciamoci del bene per una volta e tralasciamo il discorso dei soldi e del finanziamento pubblico (visto che sarebbe un po’ come sputare su un cadavere) e guardiamo soltanto il lato dell’ interazione umana che é poi secondo me lo specchio della mentalitá che domina il meccanismo in entrambi i casi.
La linea ben visibile é la stessa che ho notato esistere nel campo lavorativo ossia nel rapporto di fiducia che si instaura con i superiori: questo si mostra nel farti assumere ruoli di responsabilitá senza necessitá di premesse di raccomandazione, nel fatto che i tuoi superiori tendano a farti sentire che tua presenza li onori e non viceversa, nell’indifferenza di fronte ad eventuali differenze di etá o di qualsiasi altro fattore ritenuti invece in Italia discriminanti, la totale assenza di pregiudizi e favoritismi estranei al reale apporto nel tema trattato che cade quindi sul rendere blandi gli italioti concorsi fantasma, graduatorie, abilitazioni alla docenza. Questo é il reale tema da trattare a mio parere (come giá sostenevo all’interno dell’articolo originale linkato in apertura): il discorso del denaro e dei finanziamenti pubblici é in qualche modo un problema di riflesso perché si sistemerebbe automaticamente una volta che la mentalitá delle persone coinvolte nel problema fosse veramente interessata a cambiare, costringendo innanzitutto le persone in carica a cambiare le cose (=modo gentile per dire “cambiando le persone in carica”), riprendendosi finalmente in mano qualcosa di importante che é stato lasciato silenziosamente scivolare in fondo ad una coloratissima scatola di giocattoli. Sí, questi giocattoli che sono poi fatti di fumo e cenere che ci vengono dati in mano per distrarci mentre i fabbricanti si divertono a giocare con i propri interessi personali e noi lí a lasciarli violentare la nostra dignitá ed il futuro dei nostri figli.. giocando. Ma il punto piú basso della caduta, la massima vergogna decantata nel paese dell’italiano medio, é l’aver raggiunto la situazione dove la casalinga di Voghera preoccupata per il futuro della figlia la sprona a presentarsi al casting per il Grande Fratello, e non dico a malincuore, no no, credendoci veramente! Dopotutto un partecipante del Grande Fratello ha piú visibilitá, importanza, denaro e riconoscimento di un ricercatore universitario. 
Per questo io non riesco a darle contro, poverina, anche lei nella sua ingenuitá non fa altro che applicare quello che vede con i propri occhi: che mentre una volta bastava trovarsi nel luogo giusto al momento giusto per iniziare una carriera a colpi di lingua, oggi basta prendere la cosa giusta nel posto giusto per cominciare una carriera a colpi di bocca, e se sei fortunata ti ritrovi pure ministra!

Ho finito. Adesso potete tornare ad aprire la vostra scatola dei giocattoli.

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1,179 comments to La scatola dei giocattoli

  • Non c’è molto da aggiungere. Basti pensare che quando c’è il casting delle veline molte son laureate o laureande, magari anche con buoni risultati. E io mi chiedo, che tipo di istruzione ti fa desiderare sculettare su un palco come massima ambizione?
    Ovvio che chi desidera fare strada davvero si rivolge a paesi meno corrotti dal mondo dello spettacolo. In paesi dove le veline non esistono nemmeno.
    Se avessi dei figli, mi piacerebbe che la scuola desse loro la voglia di scalare fino ad affermarsi nel campo che li appassiona, la preparazione mentale all’indispensabile gavetta, e la possibilità di un confronto serio e stimolante con i loro professori. Se avessi dei figli, mi piacerebbe che completassero i loro massimi studi altrove.

  • :clap Ahimè Oby, le tue ultime due affermazioni sono dure ma tristemente vere! Inoltre la qualità delle scuole in Italia è davvero pessima. Sembrano più dei riformatori di quart’ordine dove si cresce una gioventù senza ideali e senza speranza… :cry

  • Andrea

    Beh, del resto che cosa ci si può aspettare se il nostro carissimo presidente del Consiglio, di fronte la tragedia che ha colpito l’Abruzzo ha chiaramente e felicemente dichiarato “i cittadini colpiti dal terremoto devono prendere questa cosa come un’avventura, come un weekend in campeggio”… No words.
    Andrea

  • Andrea

    Perfettamente daccordo.
    Buon proseguimento in Japan!

  • :cry I agree with each one of your statements. I’m really fed up of “playing the game” you mentioned. I don’t know who “Fergi” or “Ferdi” is. I always watch my DVDs and avoid watching Italian TV programs. I read a lot. I try not to contribute to the “inferno” we are living in, as I often tell my students, and especially I try not to become part of it. But it’s hard…really hard. 🙁
    “The inferno of the living is not something that will be; if there is one, it is what is already here, the inferno where we live every day, that we form by being together. There are two ways to escape suffering it. The first is easy for many: accept the inferno and become such a part of it that you can no longer see it. The second is risky and demands constant vigilance and apprehension: seek and learn to recognize who and what, in the midst of inferno, are not inferno, then make them endure, give them space. “(I.Calvino)

  • antonio

    Ciao sono un lettore di blossom,sono capitato per caso nel “tuo viaggio in giappone” e ne sono rimasto affascinato..hai perfettamente ragione,d’altra parte ieri sera nel tg5(in studio) c’era il vincitore del grande fratello,come fosse una personalità importante.Si vede che la gente italiana purtroppo segue solo quello…ciao antonio

  • Diagnosi semplicemente perfetta.