A link to the past

E’ un periodo sereno. Mamma mia, fa impressione scriverlo, fatemi riprovare: E’ un periodo sereno!
In quante occasioni nel corso della mia vita ho potuto scrivere una cosa del genere? In pochissime. Nella mia vita precedente, quella subordinata all’italianomedietá, sereno significava follia, una situazione giornaliera identica alla precedente significava strozzare la speranza di quel minimo cambiamento che mi potesse forzare ad andare contro quello che non volevo fare, era come una catena legatami al collo da un padrone invisibile al quale potevo soltanto ringhiare. La sera steso nel letto pensavo: “Dov’é la linea che determina la differenza tra sopportazione ed infelicitá? Cosa la definisce? Come se ne esce?” Non l’ho mai capito. Nel confronto con gli amici questa linea sbiadiva sempre di piú, mi portava soltanto a realizzare che vedevo problemi che gli altri nemmeno percepivano, passavo il tempo libero combattendo contro questi mulini a vento mentre i miei giorni scorrevano ed io pensavo, pensavo, pensavo. Ora che nuovamente la mia routine é la stessa, che i giorni si stanno ripetendo uguali agli altri tra casa e lavoro non solo non mi sento piú in stallo ma mi permetto anche di dire che sono sereno. Per lo meno sono coerente: pur sacrificando la mia casa ed il mio cane per una stanza di due metri quadrati in un quartiere di spacciatori, pur sacrificando estati per primavere ed autunni per inverni, pur senza una cuoca gratis al mio servizio che mi lava e stira i vestiti, pur con un quarto del tempo libero che avevo prima.. sono sereno.
La buona Laura mi ha inoltrato ieri alcune email che inviai quattro anni fa proprio da Londra, quando per la prima volta mi avventurai in questa pazza cittá come turista per 3 settimane e me ne innamorai, non ho potuto non sorridere rileggendole, vi propongo due passaggi essenziali:

Data: Mercoledì 27 ottobre 2004, 18:15
Oggi e` mercoledi, posso dire di essere a meta` della mia avventura, oramai
comincio ad uscire di casa senza la macchina fotografica e a muovermi per
la metro senza bisogno di guardare la mappa delle stazioni, posso dire di
parlare in inglese senza paura di non riuscire a farmi capire perche in
qualche modo ci riesco, ed infine posso dire di cominciare a sentire la
paura del ritorno e soprattutto dell`impatto con un paese arretrato di 10
anni rispetto a qua … senza contare la paura di rimettere piede in un
ufficio dove la gente stupida giudica senza sapere e chi non ragiona come
la massa viene messo all`indice.

Beh, sono discorsi da giorno della partenza questi, perche li tiro fuori
adesso?!?! Forse come temevo Londra mi sta segnando piu` del previsto..

Poi, il giorno prima del rientro, scrissi in una mail una frase in particolare

Londra non si cancella, io appartengo a questa citta e un giorno ci
tornero’, forse per qualche mese.

Mi impressiona e muove quasi tenerezza rileggere mail come queste, avevo dimenticato questo vecchio “io”, forte ma legato, deciso ma in fondo spaventato. Quattro anni fa possono sembrare relativamente vicini, eppure nel contesto temporale e sociale sono un’eternitá: Ryanair aveva aperto lo scalo a Bergamo da meno di un anno e la gente comune ti scoraggiava dall’utilizzarla (“i prezzi sono bassi perché é presa di mira dai terroristi!”, dicevano, “volano senza fare la manutenzione agli aerei!”), io non parlavo nemmeno un inglese fluente, non avevo mai messo piede oltre le alpi (da notare peró che giá avevo ben chiare le idee su quello che in seguito avrei definito l’italiano medio!) .. sapevo quello che volevo ma avevo paura ad urlarlo e non avevo alcun supporto morale se non il mio solo istinto.
Rileggo email come queste e ricordo come ero, come pensavo, cosa volevo, cosa sognavo. Se il Matteo di allora per qualche strana magia potesse ricevere dal futuro il link a questo blog come risposta forse non si stupirebbe piú di tanto dallo scoprire cosa sarebbe accaduto in seguito, e sicuramente la prima cosa che mi chiederebbe é se ne é valsa la pena. Ma oggi non risponderei nemmeno perché la considero una domanda stupida: se fai qualcosa perché la vuoi fare allora ne varrá sempre la pena. Portati a casa una grossa dose di amaro rimorso piuttosto che restare lí con la solita zuppa di insipido rimpianto, almeno alla fine ne potrai digerire una bella lezione. E’ anche triste vedersi persi in una situazione che non si ha la forza di cambiare ed é giusto prendere il proprio tempo, ma allo stesso tempo é patetico vivere godendo della compassione altrui.
Per questo la domanda che farei oggi a me stesso non é se ne é valsa la pena, ma COSA hai perso per strada per arrivare fino a qui, questa domanda fa una differenza enorme. Per il me di quattro anni fa la risposta oggi esiste, per il me di oggi putroppo arriverá soltanto tra altrettanti anni, lentamente, vivendo. Diciamocelo: é sicuramente un bene… per lo meno ora mi lascio godere il mio periodo sereno, poi spero di sorridere nuovamente di fronte a quella risposta quando arriverá tra altri quattri anni.

14 comments to A link to the past

  • Ciao Oby..qual buon vento mi portò qua?
    Senti..ma…mi chiedevo…

    Dov’é la linea che determina la differenza tra sopportazione ed infelicitá? Cosa la definisce? Come se ne esce?” Non l’ho mai capito.

    😉

  • Non ti torturare con queste domande. A cosa serve? Tanto ormai indietro non si torna. Un sorriso e guardiamo avanti…che è meglio! 🙂

  • Oby

    Laura: A volte c’e anche una linea tra il credere di volere ed il volere, capire cosa si vuole veramente é un passo di grande responsabilitá. O forse di grande follia :S
    Sig.Ponza: Io stesso mi sono riscoperto in quelle mail.. bisognerebbe ricordare il proprio passato piú spesso per capire cosa si e oggi
    Franca: Ho letto sul tuo blog.. ti auguro un grosso in bocca al lupo :peace
    Blossom: E’ davvero possibile.. hai presente come nei film, magari ci siamo incrociati sulla tube e siamo rimasti li a guardarci per qualche secondo, poi le porte si sono aperte, ed ognuno per la sua strada fino al riincontro anni dopo.
    Lucia: Grazie, allora ho deciso: punto la sveglia per scrivere il seguito di questo post tra 4 anni!
    MAvero: Bravo, io come disse Freddie Mercury in una delle sue rare interviste “Della mia vita rifarei tutto quanto, soltanto in modo diverso”

  • Olong83

    Acuto come sempre.

    byez

  • per me, ne riparliamo tra 4 anni eh 😉

  • Io non sono andato così lontano, ma 6 anni fa ho “mollato tutto” per trasferirmi di provincia. Lavoro, amici, abitudijni, tutto insomma.
    Oggi sono felice, padre di famiglia (quasi per la seconda volta!!!) e neo imprenditore soddisfatto.
    Lo rifarei.
    Eccome se lo rifarei!

  • “…in un ufficio dove la gente stupida giudica senza sapere e chi non ragiona come la massa viene messo all`indice.” Già. Io li chiamo polipi: tante braccia, tante gambe ma un solo cervello. Se mi giuri che fuori dall’Italia non ci sono faccio subito le valigie. 😉

  • lucia

    Trovo che quello che hai scritto sia meraviglioso. Se tra 4 anni io potessi dire le stesse cose mi riterrei profondamente fortunata. Serenità è già parolona per chi – come me – ritiene che sia indissolubilmente legata ad un modo caparbio e coraggioso di assecondare se stessi.
    Tra 4 anni potrai di sicuro dire di essere “felice” (almeno questo è il mio augurio) 😉

  • Mi hai fatto piangere…non per modo di dire, ma davvero.
    Nessuna insipida zuppa di rimpianto, ma nemmeno nessun amaro rimorso, almeno per me. Tutto insegna, e ciò che non uccide, ci fortifica. La serenità tra le varie inevitabili tempeste per me è il segnale che stiamo seguendo la strada giusta per noi.
    Che aggiungere…
    se non che io in quella prima settimana a londra di metropolitane ne ho prese tremila, chissà, forse ci siamo anche incrociati…forse ci siamo sfiorati…forse qualcuno dei nostri pensieri si è incontrato e si è riconosciuto nell’altro…e il resto è storia!! 🙂

  • Beato te! Per me questo è uno dei periodi più incasinati di tutta la mia vita. E si che ne ho passati…

  • Io ho timore nel leggere cose che ho scritto così tanto tempo fa. Però mi fa piacere leggere quelle degli altri, e in questo caso scoprire di più sulla tua storia e scoprire come mai sei finito a Londra.

  • Quattro anni fa scrivevi quelle mail… 2 anni dopo ti sei trasferito. Sapevi già che l’avresti fatto prima o poi e hai fatto bene. Naturalmente mi manchi tanto ma saperti sereno e contento è la cosa più bella!
    E’ vero… se una cosa la fai perchè lo vuoi davvero ne varrà sempre la pena e non avrai rimpianti per cui goditi la vita li come già stai facendo e sii felice!
    Dovunque tu sia io ti porterò sempre con me e ti appoggerò sempre, qualsiasi decisione tu prenderai.

    P.S. Tante volte ti invidio… vorrei avere il tuo coraggio di lasciare tutto e andarmene via per un pò, di ricostruirmi una vita più serena… forse è la convinzione che mi manca o forse la forza di volontà… magari in fondo in fondo non è nemmemo quello che voglio ma non è che Michael ha trovato casa e mi lascia la sua stanza? 😀