Maggio 2006

29 May
Chiuso per ferie
Il disadattato vi saluta, devo partire per una missione importante.
Come solo alcuni di voi ben informati sanno, lavoro per una nota corporazione internazionale, in una divisione esterna totalmente disconosciuta dalla stessa, riferita dagli addetti ai lavori con il nome in codice "Sd-6": Il mio capo, chiamato in modo totalmente immaginario Arvin Sloane, esige che recuperi un importante artefatto dalle mani di un collezionista Austriaco, attualmente residente a Vienna, e soprattutto impedire ad ogni costo che lo stesso possa cadere nelle mani di un pericoloso gruppo di celle terroristiche, bramoso di mettere le mani sul prezioso componente che si vocifera contenere un pericoloso germe patogeno, accuratamente cammuffato all’interno di una innocua scatola musicale. Simulerò pubblicamente un’allegra vacanza europea con gli amici, poichè è il modo migliore per sviare ogni sospetto sul reale motivo del viaggio, ma viaggiando in gruppo scongiuro anche la possibilità di un colpo indiscreto per eliminarmi, poichè porto con me un esperto memorizzatore di volti, ed ogni ruga sospetta nel raggio di 3 km sarà prontamente smascherata (se per puro caso il nemico in passato ha anche disgraziatamente partecipato ad un casting di "non è la rai" i km diventano 6).
In caso di estrema necessità sarò anche accompagnato da una esperta maneggiatice di armi pesanti addestrata ad altissimo livello, specialmente con Granate e Lanciamissili, ed infine, in caso la missione dovesse fallire ed il germe patogeno scatenarsi, c’è un esperto di chimica batterica che è pronto ad essere addossato di ogni colpa per il mancato contenimento del virus.
Ho 4 giorni di tempo per trovare il collezionista, recuperare l’artefatto, sostituirlo con un falso, fare in modo che lo scambio avvenga, rintracciare il covo dei terroristi tramite la cimice all’interno dell’artefatto falso, e ritornare sano e salvo a casa con artefatto e coordinate geografiche alla mano.
Insomma ordinaria amministrazione.
Ci sentiamo al mio ritorno alla fine della settimana corrente, probabilmente.
Se la missione dovesse fallire, ed io essere rapito o peggio ancora eliminato, ho programmato il blog per autodistruggersi e già che c’è formattare anche istantaneamente il PC di chiunque lo abbia mai visitato, insieme ad ogni eventuale copia di backup, che ho precedentemente provveduto ad infettare con cellule di virus dormienti. Converrete con me che è il minimo per evitare una fuga di informazioni, dopo quello che avete letto fino ad ora.
Per cui, spero possiamo leggerci ancora domenica.
Passo e chiudo, Oby.
21 May
Le disavventure della signora Giovanna – Il dosso
Dalle mie parti, se vuoi andare a Bergamo città, non hai molte scelte: o ti inerpichi per strani giri pindalici attorno alle valli bergamasche, rischiando magari di investire una povera mucca al pascolo, o percorri l’unica strada che ti permette di raggiungere direttamente la destinazione desiderata, in un tempo umano, e respirando il sano scarico delle altre auto (un po’ come avviene in tutti i paesi civilizzati). Come ben sapete, è usanza (non soltanto bergamasca) alla mattina andando a lavorare cronometrare il tempo di percorrenza casa-lavoro cercando di stabilire ogni volta un record, che poi diverrà il tempo di percorrenza fisso, regalandoci come premio tanti minuti di sonno in più la mattina.
Il nostro comune queste cose non le gradisce, purtroppo (si vede che quelli del comune vivono già a Bergamo centro, i soliti fortunati), e pertanto sicuramente col fine di non permettere a tutti noi di goderci preziosi secondi di sonno in più, tempo fa ben pensò di piazzare nel mezzo della strada un dosso artificiale, onde demoralizzare tutti i provetti Shumacher della bassa bergamasca.
Ma sopruso chiama astuzia, e pertanto poco è bastato perchè i poveri lavoratori ritardatari (ma non ritardati) calcolassero che salendo con due sole ruote sul dosso e invadendo con le altre due l’adiacente pista ciclabile rendevano minima la perdita di velocità, e statisticamente anche quella delle vite umane (anzi, al massimo si guadagnava una pensione in più da spartirsi, visto che la mattina quella pista ciclabile è popolata solamente da vecchie vedove che vanno a cambiare i fiori al cimitero).
Passò così moooolto tempo prima che il comune venisse informato del terribile espediente escogitato dagli automobilisti, ma inesorabile giunse il colpo seguente: un delineatore di accesso.TA DAAAN. Un cilindro di plastica dura che dall’asfalto sale verticalmente ai due lati del dosso, di modo da rendere così la pista ciclabile inviolabile alle auto, e le vecchie pensionate salve e sicure.

E qui comincia la storia.

Una mattina percorrendo la solita strada per Bergamo, mi volto di scatto e stupito noto l’irreale: il delineatore piegato a 90% verso l’asfalto, come una banana molle. Non ci potevo credevere .. una rivolta popolare? un piano di abbattimento elaborato da settimane? l’espressione di qualche comunistoide che non conosceva troppe vie di mezzo? Chi poteva aver osato tanto? Poi tracce di vernice intaccate sull’anima metallica del tubolo hanno insinuato il dubbio nella mia mente: Forse l’abbattimento non era stato volontario..ma come no, chi poteva essere talmente decelebrato? Sicuramente era stato un camionista ubriaco.. Beh, poco importava, la strada era di nuovo nostra! Beh certo sulla pellaccia di qualche essere sfigatissimo, che però ora nei cuori di tutti era considerato come il liberatore della patria lavoratrice.
La sera, chiaramente, durante la cena faccio partecipe mia mamma della grandiosa scoperta che sicuramente l’avrebbe fatta felice:
<>
la sua voce si elevava appena sopra il rumore delle posate sui piatti <>
io attacco con una sana risata <>
mia mamma guarda il piatto, e comincia a farsi piccola piccola <>
…attimo di pausa…
io <<… ehm … non dirmi che conosci chi è stato …>>
mia mamma <> (-Madonna mia Matteo! Sono stata io, per carità non dirlo a nessuno!!- Nda)
io <>
lei (da ora traduco dal bergamasco) <>
io <>
lei <> (un po significa tanto)
io <>

Beh, che dire, la storia finisce qui. Devo aggiungere altro? Si, che chiaramente mia mamma è ancora convinta di essere nell’anonimato (povera ingenua, hi hi) e che vi allegherei volentieri una foto del pubblico sfregio, ma dopo quell’episodio il comune ha deciso di costruire un unico dosso di cemento che occupa l’intera strada compresa la pista ciclabile, così ora nemmeno le vecchie pensionate arrivano più puntuali al cimitero. Quando si dice mal comune mezzo gaudio.
Ahimè, potrei lamentarmi di avere la madre più snaturata della Bergamasca..ma perchè farsi del male? Io invece cerco di essere ottimista: penso che ho la mamma che per qualche settimana è stata l’anonima rivoluzionaria di tutti gli automobilisti della valle brembana!
Viva la revolution e Hasta la mamma siempre!
16 May
I blog peggiori del web
Di colpo mi è scattata la scintilla dell’analisi del mondo dei blog. In particolar modo, mi sono movimentato per capire cosa propongono gli altri blog, al di fuori dei soliti amici che visito abitualmente, e per fare questo mi sono messo a saltellare qua e la come l’ape maia di fiore in fiore. Alcune simpatiche sorprese ci sono state, blog di gente che si movimenta per informare gli altri delle cose che secondo loro non funzionano nella nostra società, molti blog di gente che descrive la propria vita in modo non banale (e intendo dire, chi scrive "sono felice ciao a tutti" contro chi scrive "mi è successo questo e ho tratto questo insegnamento"), poi ho trovato blog veramente pessimi, come blog di puri esibizionisti, di gente invasata, di gente di cattivo gusto e di gente probabilmente malata di mente, e poi chi piu ne ha piu ne metta. Cmq il ritratto generale che ne ho ricavato non mi ha fatto molto piacere. Mi aspettavo di leggere di gente che parla delle proprie passioni, dell’ultimo libro che ha letto, dell’ultimo film che ha visto, dell’ultima notizia sentita al tg, o che ne so, dell’ultimo insegnamento che ha tratto dalla vita. Invece un sacco di post tirati per i capelli, del tipo ho voluto il blog ma non so cosa scrivere. La cosa buffa, è che i post che io definisco "seri" ma si possono chiamare anche "utili" sono quelli che ricevono sempre meno commenti da parte dei visitatori, e anzi, in generale, i commenti che leggo sui post sono in maggioranza "ciao" "a presto" "buona notte" "come va" "un saluto" ecc ecc, insomma sono rari i commenti che esprimono un proprio giudizio o parere sul post (ma ancora, dipende molto dal blog). Forse il post che attira più commenti è quello che recita "oggi sto proprio bene!" o "sono contenta" ossia quello che richiede meno impiego mentale. Ad ogni modo, ho deciso di far fruttare la mia ricerca, e siccome questo oltre che blog di analisi è soprattutto blog di denuncia, e dato che una lista dei blog preferiti ce l’ho già, non vedo assolutamente ragione dall’ esimermi di pubblicare la mia personale lista dei blog che per quello che ho visitato, posso ritenere i più brutti di tutto il world wide web! E lo intendo veramente. Non rompano troppo le palle gli autori, che gli faccio pure pubblicità!
I BLOG PEGGIORI DI TUTTO IL WORLD WIDE WEB
5) http://spaces.msn.com/Bellissimo-ragazzo/
Come vedrete questo ragazzo nel suo blog ha sempre un sacco di cose intelligenti da dire. Piazzato al quinto posto più per riconoscimento perchè mi ha fatto fare qualche grassa risata.
4) http://www.stefanianobile.it/
Questo non l’avrei messo, ma da quando cancellano i commenti con tutte le offese (e ce n’erano di veramente belle), l’unica cosa che rimane in questo blog è una coppia di bisbetiche esaurite.
3) http://spaces.msn.com/keyraagustina/
Come vedete questa ragazza si rende conto che nella vita ha solo due grossi argomenti da proporre, e pertanto giustamente li propone con convinzione
2) http://cucciolinavera.splinder.com/
Ergo, una che ha capito tutto su come vincere per due volte il blog-show del mese mostrando intelligenza e CULtura. Alla fine probabilmente è morta, ma potete sempre lasciargli una preghiera in un commento no? 😉
1) http://www.bloggers.it/sperma/
Nella vita abbiamo tutti qualcosa di cui andiamo fieri no? Beh, ecco.
(Ah povera Italia…)
[EDIT]=OVVIAMENTE chi ha dei blog da sottoporre per il prossimo censimento, è caldamento invitato a condividere con il sottoscritto (e con il mondo) le sue scoperte. Mandare una mail a -> obywan@tiscalinet.it
11 May
Tutti nell’esercito!
In questi giorni ad Atlanta si sta svolgendo la più importante manifestazione mondiale di videogiochi, l’Electronic Entartainment Expo (E3). Tutte le software house, dalla più piccola alla più grande, fanno i bagagli e vengono da ogni parte del mondo per mostrare i giochi di nuova generazione, a milioni di giocatori che sbavano con impazienza di fronte alla nuova Playstation3, al nuovo Halo, al nuovo Zelda e così via. Io sono tra loro, e particolarmente sono tra la fetta di videogiocatori che non si possono recare ad Atlanta a vedere personalmente la fiera, perciò armato di connessione a banda larga passo mezz’ore seguendo le conferenze, gli annunci, i filmati dei nuovi titoli, le interviste agli sviluppatori (e pensare che anni fa dovevamo aspettare il mese successivo per comprare la rivista di videogiochi in edicola e spulciare qualche foto sbiadita, o aspettare direttamente l’uscita sugli scaffali un anno dopo). Oggi la tecnologia ha fatto passi da gigante, e giochi stupidi per bambini armati di fantasia sono ora sostituiti da simulazioni perfette e fotorealistiche che tengono conto persino dello spostamento d’aria. Lasciamo stare i fantasy e i cartoon, e parliamo dei giochi realistici, magari di guerra: Sparare ad un nemico ora non comporta più la sua semplice caduta a terra, ma il suo realistico sanguinamento, il suo trascinarsi a terra, le sue urla, la paura e della rabbia dei suoi compagni rimasti vivi. In tutto questo io non ci vedo niente di male, una simulazione resta tale e per quanto provi piacere nel far saltare arti ai miei nemici virtuali con il fucile a pompa, spenta la console io sono la stessa persona di prima. Chiaramente gli imbecilli ci sono ovunque, i deboli mentalmente, gli esaltati, quelli che si lasciano manipolare dagli stimoli esterni, quelli che spento ridge racer escono e si schiantano contro l’albero, quelli che spento prince of persia si buttano dalla finestra, quelli che spento mgs vanno in giro in una scatola, quelli che spento gta investono le vecchie fuori dal bingo, quelli che non spento world of warcraft collassano sulla tastiera per le troppe ore passate al pc. Questi sono la rovina di tutti i videogiocatori, perchè l’ignoranza di pochi è la rovina di tutti, come succede sempre e ovunque nei più rispettabili ambienti, e per questo puntalmente e periodicamente partono le caccie alle streghe, le associazioni di vecchie bisbetiche sessualmente represse si aizzano chiedendo al governo di fermare l’intera industria in un sol botto, il governo americano addita pubblicamente l’industria come manipolatrice e per far felici le vecchie rimbabite toglie i giochi violenti dagli scaffali scatenando tra l’altro una pubblicità che impenna fama e vendite dei titoli in questione.
Eh eh, povere vecchie, non sanno che il governo è marcio. Ha interesse. Fa il doppio gioco.
Il vero marcio è che quando fai per vedere il trailer promozionale del nuovo famoso-e violento-e relistico-gioco di guerra, parte prima il trailer dell’ US.ARMY da vedere obbligatoriamente che spiega come è bello iscriversi alle forze armate americane per combattere per il proprio paese. Poi parte il gioco di guerra iperrealistico succitato.
Certo che ne è passato di tempo ne è passato da Fahrenheit 9/11 dove si vedeva che reclutavano ragazzini fuori dal supermercato.
E’ uno scambio mutuale, il governo si fa i suoi sporchi interessi attingendo a piene mani da una schiera di 15enni e 16enni deficienti levandoceli dalle palle, e nel contempo ci protegge dalle vecchie rimbambite.
A quando i soldati che nel mezzo di una livello ti sottopongono il contratto virtuale da firmare?
06 May
Il rosa e il nero
L’altro giorno ero tutto contento perchè uscendo dal lavoro sarei dovuto andare a trovare mio cugino appena trasferito nella sua casa nuova, ma poi per un contrattempo la cosa è saltata. Mia mamma, che ha contatti con la vodafone, con la cia, con la nato, oltre ai suoi poteri paranormali che sfoggia solo in caso di necessità, immediatamente mi ha chiamato dicendomi che potevo farle un "favore" per una commissione che lei, sfortunatamente, non aveva possibilità di fare, per impegni di forza maggiore (posso immaginare che fosse incastrata con la macchina in uno smottamento del terreno, o vittima di un sequesto in banca con tanto di sindrome di stoccolma, o forse semplicemente stava salvando un gatto rimasto bloccato su un albero). Così mi dice <> e io che sono giovane ed ingenuo <<…e che cazzo è lo stallatico?>> (ah dimenticavo raffinato), la signora Giovanna furba come una faina polacca nella stagione invernale risponde sul vago <>. Mah. Arrivato sul posto cerco il suddetto prodotto, che trovo solo in una confezione famiglia da CINQUANTA LITRI, comodamente stipati in un allegro sacco nero che sembrava tirato fuori dalla camera mortuaria dei Riuniti di Bergamo, probabilmente ospitava ancora pezzi del precedente inquilino (ora sotto marmo). Carico il dolce peso sulle spalle (Chi ha detto carrello? Cosa è carrello?) in tempo per rendermi conto che 1) il precedente inquilino del sacco nero deve aver lottato per la vita o ora il sacco è pieno di esotiche prese d’aria 2) lo stallatico altro non è che sterco compattato di vacca, l’estrema espressione della bovina boassa, l’atto finale di una povera mucca passata certamente a miglior vita dopo tale sforzo. Lovely Signora Giovanna, potevo sentirla fregarsi le mani a pochi chilometri di distanza, comodamente seduta al bar con la sua complice Angy.
Mi avvicino alla cassa, mi metto in coda, ed allora vedo queste due ragazze davanti a me, che prima ancora di annusarsi le ascelle avevano già capito che l’odore non veniva da una di loro (ma come avranno fatto dico io!), si girano, ridacchiano, e cominciano a confabulare e a ridacchiare a raffica, lanciando occhiate fugaci e alternate a me, al sacco, a me, al sacco ecc. Io guardo loro: truzze, grasse, paine, vestite come due confetti, scarpe rosa, cintura rosa, borsa rosa, rivista scandalistica di ultima generazione alla mano. Due mondi che collidono: due comuni lobotomizzate, e un disadattato con 50kg di letame sulle spalle.
Non ho resistito: <>
Si staranno ancora chiedendo se mi riferivo al fatto che ero senza carrello o a qualcos’altro.
01 May
Back on the road!
Finalmente ho ricominciato a viaggiare! E’ brutto realizzare che viaggiare è un piacere che costa, più che il cinema e più che i vestiti, e pertanto realizzare che mi posso permettere di vivere nuove avventure solo quando ho delle discrete basi monetarie sufficienti per permettermelo. Tuttavia senza esagerare troppo, ho preso lo scorso weekend per visitare le cinque terre + porto venere, in liguria, sorpreso anche con piacere da un tepore più estivo che primaverile e, dannazione, dalla Michela che nonostante tutto ha voluto scarpinarsi a piedi 4 delle 5 terre, in un unico rush dalle 10 di mattina alle 6 di sera . Ho visto una realtà locale vecchia di secoli totalmente violentata dal turismo: signore anziane che con minuziosa calma stendono i panni fuori dalla finestra, incuranti del fiume umano chiassoso che impetuoso scorreva più sotto. Bambine in pigiama che giocavano con il cane sul terrazzo, vicino a grasse signorotte mangiacrauti che prendevano il sole con ridicoli costumi taglia s. Ho visto una sorta di convivenza forzata ed accettata da entrambe le parti che mi ha lasciato perplesso. Tuttavia, allontanandomi dai rigidi canoni delle vie principali, ho avuto modo di respirare un’aria molto più "tipica" del posto, il pacifico mare blu con i suoi silenziosi ed implacabili gabbiani, le infinite scogliere a strapiombo, le solitarie stradine popolate solo da gatti che cercano un rifugio per una pennichella, le piante di limoni che fanno capolino da minuscoli giardinetti riparati dal sole. Ah, quanta magia in quei posti, sono davvero rimasto affascinato.
Chiaramente, per i miei fan in attesa di sapere il mio danno, la mattina della partenza aprendo la tenda sono riuscito a scardinarla mandandola fuori sede. L’ho salvata tenendola in mano e rimontandola "on the fly" rischiando anche la vita.
Ora vi uppo le foto più belle nella cartella "in giro per l’Italia" (una o due finiranno anche nella raccolta "the best") e in attesa di raggruppare le idee per il prossimo viaggetto (ciao Marina come stai? ) vi mando un caloroso saluto, CIAO!

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