Le disavventure della signora Giovanna – Il dosso
Dalle mie parti, se vuoi andare a Bergamo città, non hai molte scelte: o ti inerpichi per strani giri pindalici attorno alle valli bergamasche, rischiando magari di investire una povera mucca al pascolo, o percorri l’unica strada che ti permette di raggiungere direttamente la destinazione desiderata, in un tempo umano, e respirando il sano scarico delle altre auto (un po’ come avviene in tutti i paesi civilizzati). Come ben sapete, è usanza (non soltanto bergamasca) alla mattina andando a lavorare cronometrare il tempo di percorrenza casa-lavoro cercando di stabilire ogni volta un record, che poi diverrà il tempo di percorrenza fisso, regalandoci come premio tanti minuti di sonno in più la mattina.
Il nostro comune queste cose non le gradisce, purtroppo (si vede che quelli del comune vivono già a Bergamo centro, i soliti fortunati), e pertanto sicuramente col fine di non permettere a tutti noi di goderci preziosi secondi di sonno in più, tempo fa ben pensò di piazzare nel mezzo della strada un dosso artificiale, onde demoralizzare tutti i provetti Shumacher della bassa bergamasca.
Ma sopruso chiama astuzia, e pertanto poco è bastato perchè i poveri lavoratori ritardatari (ma non ritardati) calcolassero che salendo con due sole ruote sul dosso e invadendo con le altre due l’adiacente pista ciclabile rendevano minima la perdita di velocità, e statisticamente anche quella delle vite umane (anzi, al massimo si guadagnava una pensione in più da spartirsi, visto che la mattina quella pista ciclabile è popolata solamente da vecchie vedove che vanno a cambiare i fiori al cimitero).
Passò così moooolto tempo prima che il comune venisse informato del terribile espediente escogitato dagli automobilisti, ma inesorabile giunse il colpo seguente: un delineatore di accesso.TA DAAAN. Un cilindro di plastica dura che dall’asfalto sale verticalmente ai due lati del dosso, di modo da rendere così la pista ciclabile inviolabile alle auto, e le vecchie pensionate salve e sicure.
E qui comincia la storia.
Una mattina percorrendo la solita strada per Bergamo, mi volto di scatto e stupito noto l’irreale: il delineatore piegato a 90% verso l’asfalto, come una banana molle. Non ci potevo credevere .. una rivolta popolare? un piano di abbattimento elaborato da settimane? l’espressione di qualche comunistoide che non conosceva troppe vie di mezzo? Chi poteva aver osato tanto? Poi tracce di vernice intaccate sull’anima metallica del tubolo hanno insinuato il dubbio nella mia mente: Forse l’abbattimento non era stato volontario..ma come no, chi poteva essere talmente decelebrato? Sicuramente era stato un camionista ubriaco.. Beh, poco importava, la strada era di nuovo nostra! Beh certo sulla pellaccia di qualche essere sfigatissimo, che però ora nei cuori di tutti era considerato come il liberatore della patria lavoratrice.
La sera, chiaramente, durante la cena faccio partecipe mia mamma della grandiosa scoperta che sicuramente l’avrebbe fatta felice:
<<Mamma! Hai visto che non c’è più il paletto sulla strada per Bergamo?>>
la sua voce si elevava appena sopra il rumore delle posate sui piatti <<si, ho visto..>>
io attacco con una sana risata <<ah ah ah eh certo! Non sai ancora il bello! E’ stato sbattuto giù da qualche sfigato che passava a duecento all’ora sovrapensiero!!>>
mia mamma guarda il piatto, e comincia a farsi piccola piccola <<ah si?…pensa…>>
…attimo di pausa…
io <<… ehm … non dirmi che conosci chi è stato …>>
mia mamma <<Madona me Mateo, so stacia me, per carità dighel a nisù!!>> (-Madonna mia Matteo! Sono stata io, per carità non dirlo a nessuno!!- Nda)
io <<Ma mammaaa!!!! Hai abbattuto con la macchina un delineatore di traffico!! Ma sei impazzita?>>
lei (da ora traduco dal bergamasco) <<Eh, con tutte le cose che ho da pensare, ero sovrapensiero, ho fatto la strada che faccio sempre e non son stata li tanto a guardare al paletto>>
io <<Ma come eri sovrapensiero!! E sovrapensiero abbatti un paletto? E allora tra un po’ con la demeza senile sovrapensiero abbatterai i gatti, e poi le persone, e poi i cavalli, e così via?? E la macchina cosa si è fatta?>>
lei <<Eh si è spaccata un po sul parafango davanti>> (un po significa tanto)
io <<Che pirata della strada! Se lo scopre il comune ti toglie la patente!>>
Beh, che dire, la storia finisce qui. Devo aggiungere altro? Si, che chiaramente mia mamma è ancora convinta di essere nell’anonimato (povera ingenua, hi hi) e che vi allegherei volentieri una foto del pubblico sfregio, ma dopo quell’episodio il comune ha deciso di costruire un unico dosso di cemento che occupa l’intera strada compresa la pista ciclabile, così ora nemmeno le vecchie pensionate arrivano più puntuali al cimitero. Quando si dice mal comune mezzo gaudio.
Ahimè, potrei lamentarmi di avere la madre più snaturata della Bergamasca..ma perchè farsi del male? Io invece cerco di essere ottimista: penso che ho la mamma che per qualche settimana è stata l’anonima rivoluzionaria di tutti gli automobilisti della valle brembana!
Viva la revolution e Hasta la mamma siempre!
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