La letterina

10 dicembre

Da grande voglio fare … la letterina!

Siccome dicono che negli ultimi post ho perso la graffiante ironia che mi contraddistingue nel parlare di argomenti di comunitaria importanza (o era futile importanza?), ho deciso di mettermi a trattare un argomento che sta a cuore a tutti noi, ed infatti, eccomi qua a scrivere un altro dei miei magistrali e memorabili articoli: oggi parliamo dell’estrema rappresentazione del sogno italiano: le letterine!

Una sera in cui mi sentivo particolarmente attivo mentalmente, decido di sintonizzarmi su canale 5 qualche minuto prima dei titoli di testa del tg, così da imbattermi nel quiz a premi di Gerry Scotti, passaparola. Vedo i due concorrenti impegnati nella sfida finale, in un incredibile sforzo di concentrazione per cercare di accaparrarsi con un colpo di coda una lettera in più dell’avversarsio ed assicurarsi quindi il titolo, quando, improvvisamente, durante gli interventi di Gerry Scotti per commentare una risposta corretta noto alle sue spalle quello che è il vero fulcro di questa trasmissione, ma cosa dico di questa trasmissione, di tutti i quiz a premi, ma cosa dico di tutti i quiz a premi, di tutta la televisione italiana (non sto scherzando) … la faiga.
Praticamente, lo saprete meglio di me, ci sono queste povere ragazze il cui importante ruolo all’interno della trasmissione è di far vedere un po’ di gambe, un po’ di culo, un po’ di tette..insomma un po’ di tutto quello che si può far vedere a quell’ora. Però all’ora in cui mi sono sintonizzato queste ragazze erano lì ferme, tutte buone buone e sacrificate, mentre a regola dovrebbero far vedere mele pere e prugne all’Italia tutta, come mai? Ecco la spiegazione: La ruota finale è una cosa seria, e non ci si possono permettere scherzetti risatine e distrazioni varie come tettame vagante, perchè lo spettatore deve osservare con concentrazione i due concorrenti e seguire la sconfitta del vecchio campione o la consacrazione di quello nuovo con attenta dovizia… Peccato che l’operaio smarronato che è seduto a tavola ruttando fragorosamente se ne frega dei concorrenti e vuole vedere solo figame, e fu così che quelli della regia hanno ben pensato di piazzare strategicamente le letterine alle spalle di Gerry aggiungendo <<ma a patto di farle stare buone buone!>>. Che poi io mi dico, ma cosa vuoi farle stare buone buone che sicuramente sono state anche già lobotomizzate prima di fargli firmare il contratto con Mediaset! C’è il direttore del casting che al momento di dire “questa è buona” la battezza con un martellata dietro al cervelletto che per gli anni successivi se cerchi di intavolare una discussione ti senti dire solo dire parole scollegate tra loro come “casetta” o “cagnolino”… ah povere ragazze, cosa non si fa per la celebrità. Ma poi tutto sommato sono sicuro che in loro esiste qualche copia di backup del cervello, chiamiamolo “istinto”, che dice loro che non è corretto essere usate come “tiraseghe” (mamma oggi sono proprio sboccato) per tutta la trasmissione e al fine venir gettate via (che triste destino, povere letterine) e allora cosa fanno, consce di poter ancora contribuire positivamente al proseguimento della tramissione (e quindi di poter far vedere ancora un po’ di carne prima del tg) si impegnano a dimostrare agli spettatori, al mondo, a Gerry e a loro stesse, tutto il loro impegno per esulare dal campo ortofrutticolo succitato. Ed ecco allora che mentre Gerry porta avanti il suo lavoro e i concorrenti danno le loro risposte su domande di storia, geografia, cinema, musica e attualità, nel retro vediamo un vero e proprio dramma che si svolge sotto i nostri occhi: cenni di apprensione, di accondiscendenza, di supporto, di gioia e e volte persino di pietà per i concorrenti che sbagliano la risposta richiesta dall’impietoso conduttore. E’ una gara a chi si mette di più in mostra: le più andaci tentano di condire la loro pietosa pantomima sforzandosi addirittura di ricordarsi come si parla, e sfoggiano a ripetizione l’unica parola che sanno: <<BERAVO!>> applaudendo gaie e gioise, poco importa se non è successo niente di significativo nel gioco. C’è poi la mia preferita, la moretta coi capelli mossi, che come minimo di nome fa Ina e di cognome Cocco in onore dell’azienda familiare che le riserva un aerosol ristoratore ogni mattina.. è lei che si impegna più di tutte e svetta come unica regina in questo alveare, addirittura lei si sbilancia e dice di si, di no, di forse, ed infine quando Gerry comunica al malcapitato concorrente che la risposta esatta era “fitoprotonica” invece di “fitoneuronica” fa anche l’apprensiva e fa segno di no con la testa … eh poverina, lei la sapeva! E a questo punto l’operaio che sta cenando, tra un rutto e l’altro pensa <<certo che per andare in tv non bastano le tette e il culo, ci vuole proprio un grande cervello>> e arrendendosi alla sua conoscenza la guarda e le dice <<BERAVA! BERAVA!>>.
Ah povera Italia, e soprattutto.. povere letterine.

 

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