Evoluzione della specie

Non che in genere le notizie di rilievo sui giornali siano buone (avete mai visto un giornale dare una buona notizia?), ma in questo periodo in particolare il quadro che viene dipinto dalle testate internazionali mi pare particolarmente deprimente.
La crisi economica sta ancora occupando una buona fetta degli articoli dei magazine di approfondimento, e dove questo non avviene giornalisti specializzati nel ramo politico firmano editoriali di fuoco sull’ennesima strage legalizzata in qualche paese alle porte dell’Europa, o poco piú distante.
Nel caso foste poco interessati a polpettoni politico-economici e cercaste notizie piú dirette c’é poi il sempreverde articolo sul pazzo di turno che imbraccia un fucile ed una mattina decide di far saltare la testa a mezzo vicinato, lasciando soltanto la classica vecchietta che davanti all’inviato del tg delle otto orgogliosa decanta “Era un cosi bravo ragasso .. salutava sempre!”.

A mio parere le notizie possono essere prese con due ottiche diverse, in base alla categoria alla quale uno appartiene. C’é infatti una categoria di persone che ritiene che l’epoca d’oro del mondo sia stata superata ed il futuro sia solo in peggioramento, ne esiste poi un’altra che ritiene invece che l’evoluzione umana si indirizzi sempre verso un naturale miglioramento.
Credo personalmente di rientrare nella seconda categoria, tuttavia spesso credo anche che se esiste un punto di partenza ed uno di arrivo che definisce la scalata evoluzionista umana in questo momento ci troviamo in prossimitá della linea di partenza, o poco oltre.

Come puó ad esempio essere possibile che un popolo, una generazione di persone figlia delle piú grandi sofferenze umane e presumibilmente oggi avviata sulla strada della libertá, sia oggi alla ribalta della cronaca per metodi ed atteggiamenti indignitosi che lei stessa ha subito e dai quali é stata da terzi liberata?
Non voglio entrare nella tematica particolare del conflitto tra Gaza ed il popolo di Israele ed in tutte le sfaccettature della questione “difesa” contro “riconoscimento di uno stato” contro “lotta religiosa” e cosí via – poiché credo che chi uccide abbia sempre delle colpe – ma voglio restare in generale nella tematica del “c’é sempre qualcuno che uccide qualcun’altro in nome di qualcosa”.

Restando nella realtá del soggetto singolo, vi sembra normale che una persona possa ritenersi proprietaria della scelta di poter togliere la vita a qualcuno e che questo sia giustificato dal: titolo di giustizia verso antenati/vendetta personale/lotta per la libertá/riacquisizione del proprio territorio? E’ la persona che compie questa scelta innanzitutto certa che le idee e gli ideali che crede di avere siano davvero suoi?

Nell’ultima edizione cartacea dell’Economist c’é un illuminante articolo che riportando un sondaggio Pew fa notare come tra gli spettatori della serie TV serie americana “24” (quella con Jack Bauer che prende 20 coltellate a puntata ed ancora riesce a saltare da un edificio all’altro, per intenderci) piú della metá degli intervistata riteneva moralmente lecito torturare “fino ad un ragionevole limite” un sospetto criminale per ottenere informazioni su presupposti atti illeciti. E quale sarebbe il ragionevole limite? Ma soprattutto quale sarebbe la base del ragionevole sospetto? E’ evidente che Jack Bauer tortura sempre la persona giusta e non ottiene mai un’informazione falsa, ma i fan della serie si sono domandati se é questo il caso anche per gli interrogatori veri?

Aggiungiamo legna al fuoco con l’ormai celebre “CSI Effect“, a causa del quale nei tribunali americani si é riscontrata una seria diminuizione di sentenze di condanna da parte dei giudici che mentre prima si accontentavano di giudicare sulla base di statistiche (le impronte digitali e le analisi chimiche forniscono infatti risultati espressi in gradi di probabilitá) ora esigono una prova che incastri senza ombra di dubbio il presunto colpevole esattamente come avviene nella serie TV. Peccato che i metodi di analisi di scene del crimine siano molto piú regredite di quanto si possa vedere in tv e che l’opinione pubblica sia stata manipolata nel credere che quello che si vede nella serie TV sia la realtá. Questo senza considerare i criminali i quali, essendo anch’essi spettatori di serie TV, commettono ormai crimini “a prova di futuro”: anche il piú sprovveduto degli assassini sa infatti che non si devono lasciare fondi di sigaretta sul luogo del crimine e che una passata di candeggina distrugge le tracce di DNA.
E’ una caccia al topo tra chi compie determinate scelte credendo di volere qualcosa e chi vuole aggirare chi crede di volere qualcosa credendo di credere in qualcosa che li porta a fare scelte.

Insomma, in termini meramente “tecnici” l’evoluzione umana ha certamente percorso una lunga strada, ma i caratteri emotivi che l’uomo mostrava milioni di anni fa non si sono necessariamente evoluti, quanto piuttosto adattati. Da qui a dire che l’uomo uccida per idee proprie o per manipolazione esterna, che l’inclinazione alla violenza sia innata o piuttosto destinata ad effievolirsi con l’evoluzione, che un giorno il reato di omicidio possa venire rimosso dal codice penale in quanto crimine inesistente.. sono tutte cose che rimangono da vedere. Secondo la mia opinione, come giá espresso piú sopra, la strada é ancora piuttosto lunga.

633 comments to Evoluzione della specie

  • La violenza nasce dal desiderio dell’uomo di avere un maggior spazio per se, e per affievolire la competizione nell’accesso alle risorse scarse…

    C’è poco altro da dire al riguardo, perché l’evoluzione e la tecnologia danno soltanto nuovi vie per raggiungere questo obiettivo. Che ci possiamo fare?

    BTW bellissima l’immagine allegata 🙂

  • Sì la strada è ancora lunghissima da fare, abbiamo cambiato le scarpe, ma i calci a chi ci precede li tiriamo ugualmente, non riusciamo proprio a fare la strada in tranquillità tutti insieme.