Violenza e non violenza

Sarebbe ipocrita e disumano da parte mia come da chiunque altro essere umano non soffermarsi ad osservare con estremo disappunto la situazione in Birmania. Siccome so che molti vedeno le foto ai telegiornali ma non hanno neanche idea di cosa stia effettivamente succedendo (se non che c’é tanta violenza) quindi faccio un rapido riassunto lasciando ovviamente spazio ai commenti per integrazioni e correzioni perché la mia conoscenza della situazione é solo parziale, insomma anche i media sanno essere parecchio fuorvianti quando sono guidati dalla consapevolezza che raccontare di violenza tira piú che raccontare di discussioni pacifiche e pertanto glissano abilmente su eventi precedenti e veritá laterali.
In poche parole in Birmania c’é una situazione di regime militare da circa 40 anni nel quale il governo tiene costantemente i propri cittadini fuori dalla vita politica e sostanzialmente pasteggia sull’ignoranza della gente comune pesantemente tassata. Recentemente un aumento del prezzo della benzina ha scatenato la classica "goccia" che ha fatto traboccare il vaso, e molti civili sono scesi per le strade a protestare pacificamente seguiti poi in massa da un autentico fiume di monaci (Quelli che sui quali si concentrano sempre le notizie quotidiane) che nonostante siano continuamente minacciati di pesanti repressioni e torture continuano a manifestare pacificamente con l’appoggio sostanzialmente da parte del mondo intero (governo birmano a parte). Non é mistero che la repressione é violentissima, avrete forse letto che dopo le prime cariche della polizia seguita da lanci di lacrimogeni sono seguiti veri e proprio spari sulla folla, un giornalista giapponese ed uno tedesco (mi pare non ancora confermato quest’ultimo) sono stati uccisi e si sospetta anche di proposito, in quanto il governo non vuole che la situzione birmana esca dal paese, e sono stati appunto giá oscurati televisioni e siti internet locali. E’ stato innalzato un pesante coprifuoco e sono probiti riunioni di persone di numero maggiore a cinque. E’ una cosa vergognosa, sono giá caduti decine di morti di manifestatori pacifici e l’unica cosa che i governi stranieri fanno (America tra quelle) é proporre sanzioni di tipo economico ad una dittatura fuori da ogni rispetto per la vita umana, e noi cosa facciamo? Possiamo solo guardare le notizie e leggere i giornali ed essere con loro con la mente e con il cuore? Forse é vero che ogni popolo deve storicamente passare da questo importante punto di svolta nell’evoluzione della propria societá, e da una parte sono certo che questo modo pacifico di manifestare sta guadagnando a queste persone il rispetto e il posto eterno nella memoria di milioni di persone, ma in una piccola piccolissima parte del mio cuore, mi domando perché come in avviene in ogni altra parte del mondo che si trova nella stessa situazione quotidianamente, nessuno imbracci un bastone o raccolga il primo sasso dal ciglio della strada per lottare in modo piú rispondente alla natura umana che tristemente conosciamo. E’ questo il particolare che piú di tutti mi muove il cuore.

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