Ci vorrebbe un amico

La chiamano "cultura riservata", questa caratteristica rappresentativa del popolo inglese moderno di essere sempre circondati da un sacco di amici "falsi". Sí, ho detto proprio "falsi" .. ma "falso" é un termine abbastanza vago e troppo duro, forse sarebbero meglio definiti da "occasionali", a quanto ne dice il Dr Will Reader dell’universitá di Sheffield Hallam che secondo una minuziosa ricerca ha dimostrato che la stragrande maggioranza degli amici di un’utente medio su facebook sono perfettamente paragonabili allo sconosciuto che si vede in treno tutte le mattine e si saluta per istinto con un cenno del capo, amicizia false ed occasionali, appunto, e la cosa non riguarda solo Facebook che puó anzi essere considerato come l’esempio eccellente, almeno a mio parere. Gli amici occasionali sono quelli "da compagnia", quelli che saluti come a dire "so che esisti, e rispetto la tua esistenza", quelli che ognuno di noi ne ha una propria idea diversa da quella degli altri ma tutti conveniamo che non sono "fondamentali". Questa scoperta non mi giunge come novitá, credo profondamente che ci sia un’autentica lista psicologica di valore delle amicizie che ha lo stesso peso si un’autentica cartamoneta virtuale, almeno sulla rete, che misura "la ricchezza" di una persona (e di riflesso la propria autostima) in base a quanti "amici" si hanno in lista ed alla loro importanza. Un amico che non ha amici non vale molto, mentre un amico "vip" vale l’attenzione di tanti altri amici "non-vip". E’ un’autentico mercato, una lotta a svettare sulla massa per distinguersi dalla media quando la media la si fa con pieno inconsapevole consenso, e questo in una generazione dominata dall’ipod (non che abbia colpe lui, poverino).
Forse anche io ho un certo numero di amici "falsi", quelli che mai mi sognerei di chiamare di sera quando sono in un momento di tristezza o quando ho bisogno di un consiglio personale, ma allo stesso modo nella massa di amicizie nate come "occasionali" sono poi svettate quelle vere e profonde.. E’ un grosso mercato, un gioco ampio e radicato nel quale ognuno di noi decide quanto vuole puntare e quanto si vuole involvere, piú si punta e piú si puó guadagnare. Certo é che quando vi si presenta come invito una smutandata che vuole essere vostra amica fossi in voi alcuni dubbi mi verrebbero.

Comments are closed.