La fortuna di vivere a Londra

Chi è anche solo vagamente infarinato in ambito videogiochi, e non ha vissuto sull’ Himalaya sfamando le le sue caprette fino a ieri, potrebbe aver già sentito parlare di FINAL FANTASY, noto videogioco giapponese giunto recentemente al dodicesimo capitolo. La fortuna di vivere a Londra è che quando si festeggia il lancio di qualcosa di importante, c’è sempre l’ "evento" dove i fan si riuniscono per celebrare la comune passione (e il comune svuotamento del conto in banca) magari vestendosi come i personaggi del gioco/film celebrato, e questo caso non è stata eccezione. Mi è arrivata puntuale l’email di invito all’evento dove si comunicava che ai primi 200 acquirenti del gioco sarebbe andato il privilegio di vedersi la propria copia autografata dal produttore e dal direttore artistico in persona. Non so se avete vagamente idea di quanto io tenessi a quest’evento: ecco, da uno a dieci, undici e mezzo. Ovviamente come si sovviene in questi casi l’esatto giorno prima dell’evento io non potevo non venire colpito dalla mia tipica influenza fulminante di grado "rischio mortale", dove tre amici chiamati Febbre Vomito e Cacarella mi hanno fatto da tramite nell’ espiare tutti i miei peccati verso ogni santo in Paradiso in un crescendo meraviglioso. Discorso a parte va alla sanità inglese che se non stai male per 24 ore di fila per loro non sei malato (per la serie, se Manuela non mi comprava gli antivomito nell’arco 24 ore ero giù per il lavandino nella mia totalità e disperso tutto intorno a noi come Moana Pozzi, e voglio vedere cosa c’è da constatare a quel punto). Ad ogni modo, dicevamo che non avrei mancato l’evento per niente al mondo, e seppur il giorno prima non avevo avuto le forze per recarmi in ospedale, ovviamente il giorno dopo ero all’HMV di Oxford Street sotto l’effetto di un potente cocktail di Analgesici & Barbiturici vari, con una borsa di plastica in tasca per il vomito (non scherzo), tutto in tempo per scoprire di essere in 202esima posizione e senza diritto a NIENTE. Credo di aver pianto. Per fortuna la mia disperazione e lo stato pre-comatoso hanno catturato la compassione di uno pseudo-cinese che ottenuta la sua copia autografata si è strappato il bracciale-pass per donarlo a me, come nelle più toccanti fiabe per bambini, così ho incollato il bracciale con lo sputo e l’ho bloccato con lo sicurezza dell’orologio, e l’ho mostrato distrattamente alla guardia blaterando qualcosa come "ho perso mia madre, non so se ha presente è la Signora Giovanna…" la quale non ha fatto una piega e mi ha fatto entrare. Cinque minuti dopo avevo copia autografata, poster, cartoline, colonna sonora, e tre giorni in più di malessere da consumarsi comodamente sul divano di casa con la fida bacinella. Ah, ma la soddisfazione

PS: Reportage dell’evento nella categoria PHOTOS. Vale la pena? Si!

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