Life After Silvio?

Ricordo benissimo il momento in cui ho ricevuto la notizia delle dimissioni di Berlusconi: mi trovavo ad Heathrow, al gate, in fila per l’imbarco sul volo per Delhi (chiaramente la prima cosa che ho pensato é che il mio l’aereo si sarebbe schiantato in oceano aperto); constatata la bontá della notizia, mi sono portato a domandarmi quello che giá Cher intelligentemente si domandava del ’98: “Do you believe in life after Silvio?” (Come? Non era cosí? Forse é come la cantava Vespa).

Effettivamente é una domanda lecita, e spontanea. Per gli italiani questa non é la fine di un governo, ma di una relazione, che tra incomprensioni e bisticci domestici si é trascinata per piú di quindici anni. Berlusconi é stato per l’Italia il marito da lasciare: quello che torna a casa la sera ubriaco, che non raccoglie i calzini, che va a mignotte e lo nasconde malamente, che gira per casa in canottiera e mutande anche quando ci sono ospiti, che rutta a tavola, che si incazza se la cena non é pronta al rientro dal lavoro.
Ora Berlusconi se ne é andato e gli italiani si ritrovano improvvisamente come la donna dell’esempio succitato ove il marito sia stato appena arrestato: investiti da un’ondata di cambiamenti che lasciano spazio alla solitudine, al disorientamento, all’incertezza, alla confusione. Si osservano attorno: in tavola il piatto é vuoto, la dispensa é deserta; improvvisamente si rendono conto di avere le braghe calate e di essere senza un centesimo nel portafogli. Da un lato la sensazione che l’evento forse non é poi cosí negativo, dall’altro l’inquietante consapevolezza di dover ricominciare. Giá, ricominciare, ma da dove?

Il problema degli italiani é che sono stati lasciati per troppo tempo in uno stato di ignoranza forzata; ed ove l’ignoranza non arrivava, lo faceva l’ingenuitá. Ingenuitá che ancora persiste: come il pensare che Berlusconi se ne sia andato di propria volontá, per scelta, per il bene del paese, addirittura.
Ma parliamo di un uomo del quale l’unica coerenza dimostrata nel corso degli anni é stata quella dell’interesse delle proprie aziende sopra quello degli italiani, dell’utilizzare la televisione per manipolare la propria percezione sul paese, dell’utilizzare la posizione di privilegio amministrativo per legiferare a favore dei propri interessi personali, del non provare alcun senso di vergogna o imbarazzo di fronte alle reazioni di ogni Stato mondiale democratico ove la veritá non poteva essere manipolata, del negare il coinvolgimento in scandali ove le prove fossero traballanti — e vantarsene ove queste diventassero certe.
Il fatto che i problemi piú seri (e per seri intendo “piú rilevanti su scala internazionale”) siano venuti a galla nel corso dell’ultimo anno, ed improvvisamente l’Italia si sia rivelata pubblicamente come lo Stato piú preoccupante dell’intera comunitá europea, al punto di trascinare l’intera eurozona sull’orlo dello scioglimento, sembra un fenomeno inspiegabile ed inconciliabile per i poveri italiani disinformati.
Ma l’ingenuitá é pensare che l’Unione Europea potesse rimanere a guardare mentre un nonno incompetente e disinteressato ai problemi del proprio paese lasciava affondare la nave negli abissi della bancarotta, trascinando con sé ventitré Stati membri ed una moneta unica, perché troppo impegnato con gli affari propri. Berlusconi é stato eliminato, come lo é stato Papandreou poco prima per l’aver suggerito un referendum che avrebbe portato la Grecia fuori dall’Europa e che l’Europa non avrebbe permesso.

Quindi da un lato gli italiani devono gioire di essersi finalmente liberati di quell’uomo che tutti i vicini di casa sussurravano “non fa per te, lascialo, tu meriti di piú”, ma dall’altro lato vergognarsi dell’essere stati incapaci di farlo con le proprie mani: se non fosse stato per il pericolo che l’Italia rappresentava (e rappresenta) per le finanze europee, nessuno sarebbe intervenuto: si sarebbe tranquillamente andati avanti per con altri vent’ani di bunga bunga e scandali a corte mentre il paese avrebbe continuato ad affondare di una profonditá pari allo spread dei bond Italia- Germania, fino a raggiungere il certo fallimento. Il parlamento italiano poi, quello che poche settimane prima dava la fiducia al governo Berlusconi confermando che una lap-dancer diciassettenne marocchina era effettivamente la nipote di Mubarak, improvvisamente si incensa il capo per dare pieno supporto al governo Monti. Insomma gli studenti si ricompongono, si rimettono in silenzio e fingono di riaprire i libri. Persino soubrettes zelanti alzano la scollatura e passano ad una tonalitá di rossetto meno sgargiante mentre sgattaiolano dietro le righe per timore che qualcuno si possa rendere conto che sono delle complete incapaci.

Ma aspettate, perché non é finita. Lui ritornerá. Buttato fuori dalla porta, lo vedremo rientrare dalla finestra.

Dopotutto, se ci pensate bene, con lui non era poi cosí male: non é vero che non ci amava, non é vero che non si interessava a noi; con lui non c’erano tutti questi problemi, ci ha sempre intrattenuto con intermezzi divertenti, ha tolto quella noiosa patina di serietá che affliggeva la politica, ha tolto l’ICI sulla prima casa, non ci ha mai tassato come quest’altro, ci ha protetto dalla pericolosa risalita dei comunisti italiani, ha riformato la giustizia, stava per sconfiggere il cancro, ha creato un sacco di posti di lavoro, ha protetto le pensioni. O almeno questo é quello che la casalinga ha bisogno di sentirsi dire per riaprire la porta.

9 comments to Life After Silvio?

  • E’ uscito di scena per il momento.. Mi sembra però ingeneroso il paragone B. Papandreu..
    Papandreu in fondo è stato scavalcato e mi domando se sia ancora democrazia impedire ad un popolo di fare un referendum, anzi si potrebbe dire che la democrazia nata ad Atene, ad Atene a subito un colpo mortale.

    • Oby

      Idealisticamente concordo, ma realisticamente no, perché la Grecia non aveva i soldi per permettersi un referendum nazionale, e se l’avesse fatto lo sarebbe stato con i soldi prestatigli di altri Stati per risistemare l’economia e non uscire dall’Euro. Come dare cinque euro ad un barbone che ti dice che sta morendo di fame, salvo poi scoprire che ci compra birra: certo che é un suo diritto spenderli come vuole.. peró mi incazzo 🙂
      Detto questo per me la Grecia doveva uscire dall’euro fin dal primo bail-out.

  • tytania

    già, perchè il problema non è lui, ma chi lo ha votato e chi lo voterebbe ancora (e il perchè lo ha votato e perchè lo tornerebbe a votare). quanto agli “altri”, alla presunta sinistra, alla presunta opposizione… stanno lì a friggere l’aria. sono proprio curiosa di vedere come andrà a finire.

    • Oby

      Cameron non sa piú cosa tagliare, ormai non c’é piú un ramo dell’albero che non sia stato potato al massimo. Per quanto riguarda le riforme sugli impieghi statali.. ormai i dipendenti pubblici sono stati spolpati e disossati, lavorare per lo Stato é peggio di un mcjob!
      La Regina secondo me se la ride.. per lo Stato é come una banca sempre in attivo, non la faranno mai fallire.

  • bel post! il problema non é solo che potrebbe tornare, ma che nel frattempo non ci sia stato nessuno in grado di migliorare la situazione.
    Tempi duri, durissimi.

  • Gianni Merryman

    Mi riconosco molto nella situazione descritta da Dharma, il senso della realtà che mi circonda mi sfugge completamente e questa situazione di alienazione e di deperimento morale la avverto in maniera molto forte, ma aggiungo che al di là delle apparenze Berlusconi rappresenta la mentalità di molti italiani, anche di coloro che lo avversano apparentemente, che forse sono altrettanto corrotti ed usano le stesse scorciatoie che condannano a parole.

    La triste realtà è che gli italiani sono un popolo di egoisti e di ignoranti che pensano solo alle belle macchine, al calcio, alla figa e ai cellulari.

    Pensato che il mio sia uno stereotipo?
    Forse, ma sono sicuro che tristemente molti miei coetanei non riescano ad andare al di là della Gazzetta dello sport o le fighe in televisione, penso che molti miei amici non abbiano letto un libro negli ultimi 20 anni.

  • Dharma

    A parte che, al solito, hai fatto una similitudine azzeccata ma la mia domanda non è tanto quando (e se) “lui” ritornerà. La domanda è perché gli “altri” quelli che avrebbero dovuto fare opposizione, invece di perdersi in discorsi contro il demonio, non siano mai stati capaci di essere propositivi, di far capire che valori come la giustizia, la lealtà, la correttezza non sono fuori moda ma sono i capisaldi su cui si fonda una nazione (e gli esseri umani).
    Ho spesso l’impressione di vivere in uno stato governato da oligarchi che, anche se eletti democraticamente, poi esercitano il potere in maniera arbitraria pensando alla loro setta più che alla giustizia. L’antitrust aveva definito incostituzionale la Mammì. Berlusconi non avrebbe potuto possedere più di 2 televisioni..si poteva anche arrestare lo strapotere mediatico (visti i danni della campagna elettorale da “un milione di posti di lavoro”). C’erano D’Alema & Co al governo, vorrei ricordarlo, così come c’erano sempre loro negli anni successivi a “proteggere” quello che poi apertamente veniva e verrà demonizzato. Il mio credo politico, da sempre orientato decisamente a sinistra, ha cominciato a vacillare e mi ritrovo con l’unico punto fermo che è quello di credere nel potere salvifico di quello che ci circonda : la natura, un bel libro, la musica… perché forse la salvezza è nella bellezza delle cose. A volte mi sembra di camminare e muovermi in un contesto di cui non riesco completamente ad afferrare il senso..come se all’improvviso la cortina dovesse scendere e mostrare la realtà…forse un mattino, andando in un’aria di vetro (cit.)vedrò compiersi il miracolo e capirò che non c’è davvero nulla, che siamo burattini mossi da qualcuno… perché altrimenti non trovo altre spiegazioni all’apatia, all’annullamento della speranza..e meno male che abbiamo festeggiato quest’anno i 150 anni…il Risorgimento è lontano più di 1000 anni ormai.

  • purtroppo sono certo anche io del fatto che ritornerà….la stupidità degli italiani non ha confini, giá mi immagino la campagna elettorale a base di “basta mettere mani nelle tasche degli italiani” che partirà l’anno prossimo..del resto a questa situazione nn ci siamo mica arrivati in un giorno…questo significa che ci sono i presupposti per continuare ahimè ad affondare, e ahinoi a guardare da fuori il triste declino italiano…

    ps. il leader del 4o partito italiano e principale referente del potere ecclesiastico in italia è stato accusato una settimana fa di aver preso 200k di tangente finmeccanica…già non se ne parla più….