All my life, watching America

Per la serie "ma che bravo non ce ne eravamo accorti", mi sono imbattuto in questo incredibilmente interessante articolo del New York Times dove il giornalista in questione arrivato alla 79esima edizione degli Oscar fa notare di aver percepito che ci sono dei meccanismi per cui un film viene preso in considerazione o meno per l’assegnazione dell`ambito premio, specialmente nel caso di quello per il "miglior film" che ha prerequisiti ancora piu’ rigorosi e, non a gran sorpresa, questi sono in gran parte di tipo monetario (il film deve essere un successo di botteghino), territoriale (ma questo si sa, che il film deve essere americano), recitativo (gli attori devono essere non bravi ma americani e soprattutto famosi), di produzione (il regista/produttore deve essere un nome famoso, e americano). Sono tutte cose che sono tristemente risapute, che la cerimonia degli Oscar premia prima lo spettacolo e poi il film, seppur velatamente mascherando la sceneggiata inserendo annualmente sporadici film che magari vengono nominati pur sforando una di queste regole per spirito di spettacolo, ed e’ il motivo per cui abbiamo tante manifestazioni europee piu’ sincere tra cui Cannes Venezia e Berlino, che tuttavia non tolgono l`attenzione dallo scintillante spettacolo dell’Oscar che resta la primadonna degli show. L’americano e’ un animale strano e si sa, patriotta bigotto cieco e pure ignorante, ma il motivo per cui noi europei pendiamo ancora cosi’ disperatemente dalle labbra dell’America e’ per me ancora un mistero. Perche’ qualche giornalista non spiega questo?

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