A volte mi perdo nei meandri della politica britannica: leggo con attenzione le esternazioni del primo ministro Gordon Brown, analizzo pagine di editoriali dell’Economist, mi sorbo sermoni di quel chiacchierone di Cameron.
E’ bello perché nel Regno Unito si parlano di problemi veri. La politica é politica. E’ raro vedere qualcuno che nutre un odio cieco ed assoluto verso il partito avversario solo perché é tale, quanto piuttosto si esprime discordia sulla prioritá dei problemi da affrontare ed il modo in cui farlo.
Ad esempio tutti concordano sul fatto che Gordon Brown stia cercando di risanare un economia al collasso: ha immesso liquiditá nel mercato ancora prima che l’America avesse il tempo di valutare se fosse giusto o meno, si sta facendo portavoce di svariate tematiche attuali come la lotta al terrorismo, l’eticitá del finanziamento alle armi nucleari, il ruolo del Regno Unito in Europa, la tassazione dei cittadini, la riduzione del deficit fiscale. Nessuno osa dire che non ci stia provando, semmai si puó questionare il metodo e l’efficacia della sua politica.
Il suo avversario Cameron ad esempio cerca di accalappiarsi voti per le prossime elezioni promettendo di attuare seri tagli ai costi pubblici, ridurre alcune tasse mirate, esponendo discordia sulla visione di Brown della sanitá. Certo i cittadini britannici sono abbastanza istruiti per domandarsi se la riduzione delle spese pubbliche potrá bastare a risanare l’economia, sanno perfettamente che abbassare le tasse significa meno soldi in entrata per lo stato, quindi parlare dello sforzo per vincere le elezioni é come parlare di un piccolo scalino da superare per entrare in ufficio a lavorare. I due politici devono rispondere di queste cose ai cittadini elettori e non e ne sono ben consapevoli, devono attuare una politica matura, di promesse realistiche, quasi realpolitik.
Poi dopo questo brodolone di tematiche politiche moderne uno si volta a dare uno sguardo alla situazione italiana e si domanda sinceramente: Ma come cazzo fa ad andare avanti quel paese?
Di certo non si puó dire che la politica italiana sia formale o matura come quella britannica: Da discussioni su salute, armi nucleari, crisi economica.. si passa a parlare del capo della protezione civile beccato ad andare a puttane per favorire appalti ad amici a prezzi gonfiati, si parla di pentiti mafiosi che accusano politici di spicco (diciamo pure di vertice) di favoritismi e pagamenti di pizzi, si parla di leggi ammazza processi e salva politici.. Gli stessi quotidiani che si definiscono “di informazione seria” affiancano le loro “approfondite analisi economiche” a colonne laterali con notizie di veline seminude che dichiarano annunci importantissimi quali “sono incinta” o “mi sono lasciata con il calciatore X” dei quali poi si riesce ad estrarre un articolo intero -questa sí che é una vera analisi- che poi risulta essere l’articolo piú cliccato della settimana. Non esiste destra, non esiste sinistra. Il cittadino piú che per onda cerebrale va avanti per onda d’urto.
A leggere il sito de “Il Giornale” poi sembra di leggere il blog di estremista islamico: l’importante non é dare le informazioni, ma buttare merda su qualcuno. Esprimere opinioni é laterale.
E i dibattiti sui canali TV italiani? Dovessi ascoltarli in cucina mi si rapprenderebbe anche la frutta secca!
Ecco, un britannico direbbe che é una messa in scena, che lo si fa cosí per sembrare idioti, che é una sorta di presa per il culo ma poi in parlamento di lavora davvero.. No no, funziona proprio cosí anche in parlamento, si litiga, ci si urla addosso, a volte ci si picchia anche! Ma il bello é che funziona, gli italiani ci credono che la politica si faccia cosí, si appassionano anche. Politics for dummies.
“Mi sorbo sermoni”. :DD Are you sure, Oby? “Sorbo” ia kind of tree in Italian. I think you meant “sorbisco”.
“Un economia”? Has it become masculine whilst you were in England?
Che la politica italiana sia a dir poco raccapricciante ormai è un luogo comune e quando ne parlo mi sento quantomeno scontato e banale, mi pare di parlare per frasi fatte… Si vedono così poche persone corrette e genuinamente interessate a fare gli interessi del paese tra i politici italiani, che per quello che mi riguarda la desolazione ha preso il sopravvento e ultimamente evito di approfondire gli argomenti di politica perché mi sembra un’inutile perdita di tempo da parte mia. Ho iniziato ad utilizzare il mio tempo diversamente e devo dire che la mia serenità ne ha beneficiato.
Come andrà avanti il paese…? Beh come è andato avanti fino ad ora, mettendo gli interessi pubblici (molto) dopo i propri interessi personali, vendendo e comprando voti (nemmeno San Remo riesce a sfuggire), ricoprendosi di merda a vicenda senza neanche sapere cosa fanno gli altri, cercando in tutti i modi di sfuggire alla giustizia indipendentemente dalle schifezze che si è fatto o che hanno fatto i compagni di partito. “Il fine è solo l’utile, il mezzo ogni possibile, la posta in gioco è massima, l’imperativo è vincere e non far partecipare nessun altro, nella logica del gioco la sola regola è esser scaltro: niente scrupoli o rispetto verso i propri simili perché gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili” cantava Frankie Hi NRG.
Chi manda avanti lo stellone italico? Molto semplicemente: sostituto d’imposta, iva, accise varie e queste sono in grado di pagare: a) Pensioni di anzianità b)Pensioni di invalidità c) Stipendi pubblici d) Lavori pubblici appaltati ai privati. Manca qualcosa? Non penso proprio, perchè è così semplice il flusso di ridistribuzione effettuato dallo stato (con la s minuscola) da sembrare gestibile anche da un bambino di I media. Naturalmente quando i flussi in entrata non sono sufficienti a pareggiare le uscite lo stato (con la s minuscola) genera debito (tanto penserà qualcun altro a pagarlo) e ai bei tempi della presenza delle monete nazionali all’interno dell’Europa una volta si e una no una svalutazione ‘competiva’ della moneta. La domanda sorge spontanea ma un sistema così poco sofisticato dovrebbe sostenere un paese (con la p minuscola) poverissimo ed invece ecco la genialiata! La soluzione che permette ai politici italiani di occuparsi di tutto tranne quello per cui dovrebbero essere eletti, la possibilità per i sudditi dello stellone italico di generare varie forme (lavoro nero, evasione, ecc.) di flussi di ricchezza ‘sfuggenti’ al fisco. E’ ben diverso poter contare solo sul proprio stipendio da dipendente e la possibilità di creare un tesoretto esentasse e magari con la possibilità di sanare la mia situazione pagando una inezia senza nemmeno il pubblico ludibrio.
Per questo il raffronto tra un Paese (con la P maiuscola) dove la democrazia e partecipazione ha radici profonde (dove è nata la Magna Carta e dove un Re ha fondato la propria chiesa nazionale?) e lo stellone italico produrrà chiari problemi intestinali. Certo, l’Inghilterra non è la Terra Promessa o il Paradiso in terra (vedi il periodo Thatcher, gli scandali delle spese gonfiate e l’affair Blair/Iraq) ma all’interno delle sue istituzioni ha tutti i meccanismi democratici per garantire la partecipazione dei cittadini alle scelte e mezzi certi anche nei tempi per risolvere e correggere storture.