Il G8 é concluso e tutto quello che ci rimane in mano é la classifica delle first ladies per costo del vestito, il resoconto delle battute dei premier, le foto degli sguardi ai lati B, i commenti dei giornali stranieri sull’organizzazione italiana e la benzina sul fuoco della politica interna locale.
Del G8 si puó dire poco, perché si é detto poco.
Giá l’idea di discutere in 8 persone di un piano che ne riguarda 7 miliardi pare altamente pretenzioso, in piú l’idea migliore con la quale se ne é usciti per ridurre le emissioni di carbonio é stato promettere che entro il 2050 si tenterá di ridurle dell’80%. Abbastanza conveniente se si pensa che entro il 2050 tutti i signori e signore che hanno preso decisioni a questo G8 saranno, con buona pace loro, defunti. Inoltre ci sono paesi dell’est come l’India e la Cina che stanno attraversando in questo momento quella fase di rivoluzione industriale che noi attraversammo generazioni e fa si domandano giustamente “Perché dovremmo accettare di ridurre il nostro sviluppo, o investire parte dei ricavi in benefici globali, quando voi per primi non vi siete saputi frenare?”. Hanno ragione. Servirá ovviamente un aiuto finanziario da parte dei nostri leader per “convincerli” a rispettare determinate promesse. Peccato che i soldi non ci siano, metá parte del mondo sta cercando di risollevarsi dalla crisi finanziaria mentre l’altra metá é quella alla quale i soldi dovrebbero andare. Berlusconi per primo ha organizzato il G8 a L’Aquila per mostrare quanto l’Italia sia la prima ad avere bisogno di soldi che non ci sono. Si torna al discorso che chi ha i soldi se li tiene ed é generalmente restío a spenderli in un beneficio collettivo del quale godrebbe in una minima percentuale. Ci sono inoltre tanti scienziati che per convinzione o per interesse sono pronti a giurare che non esiste alcun riscaldamento globale, che il mondo in 4 miliardi di anni ha sempre seguito una fase di cambiamento costante nel quale l’uomo ha avuto una minima parte e questo non di puó cambiare indipendentemente dai soldi investiti. E poi si puó fare finta che lo stato di salute del pianeta sia importante quanto lo stato di salute delle persone che ci vivono? Quanto é importante una cosa rispetto all’altra? Chi puó prendere una decisione simile? Meglio lasciar sparire un paradiso naturale nel pacifico o un affamato villaggio di africani? Sono temi grandi, altissimi e la cosa che piú mi irrita di questo mondo nel 2009 é immaginare al discorso con i nostri nipoti quando ci verranno a chiedere: “Nonno ma che cosa avete combinato per il nostro pianeta in 2050 anni?” e noi risponderemo “Nulla. Peró ricordo le belle gambe di Carla Bruni”

2 comments to Quel che rimane di un G8

  • leo

    A me quello che rimane è un gran sapore di acido e amro in bocca…
    Sarà che in questo periodo sono particolarmente stressato e suscettibile, ma l’organizzazione di un G8 in una zona terremotata non vi è sembrata una gran mossa di immagine?
    Cosa ha portato di bene a quelle popolazioni a parte gli enormi disagi legati alla organizzazione della sicurezza?
    E mentre tutto cio accadeva, in francia l'”EXPRESS” che non è proprio un giornale pagato dalla sinistra a differenza tutti quelli italiani titolava in prima pagina con mega foto del berlusca: “Enquete sur le Bouffon d’europe” che per in non francofili, anche se è davvero diffcile non capire, significa INCHIESTA SUL BUFFONE D’EUROPA…. (per chi vuole l’immagine ricordo..basta chiedere)
    Io sono annichilito….perchè purtroppo è cosi che ci vedono…nun c’è nulla da fa….

  • Riscaldamento globable o meno, ma vivere in un pianeta un po’ meno pieno di veleni di questo, non sarebbe salutare per tutti? :mhh
    Il G8 è solo una passerella dove si firmano protocolli che non comportano nessun obbligo..