Osaka

osaka-2009-023Osaka é una metropoli, né piú né meno, ospita quasi 4 milioni di abitanti ed é enorme e moderna come piace a me, mischiando tranquillamente monumenti storici come Osaka Castle a vertiginosi grattacieli di vetro e acciaio.
Ha anche il vantaggio di essere facilmente esplorabile, con una divisione per quartieri ed oltre alla grossa rete metropolitana ha anche una comodissima loop line che la circumnaviga interamente. Il cibo poi non parliamone, quella del mangiare bene e a basso prezzo é una tradizione millenaria per la quale questa cittá si é fatta un nome di tutto rispetto all’interno del Giappone. Ma il cuore pulsante di Osaka non sono gli edifici né il cibo né il sistema dei trasporti ma é senza dubbio la gente che la popola: mai prima d’ora avevo incontrato gente cosí calorosa ed espansiva per le strade di una cittá straniera, gli “osakesi” infatti siano essi in vesti di banchieri indaffarati o di venditori ambulanti sono sempre stati allegri e spaventosamente disponibili, idem gli impiegati di funzioni pubbliche (menzione d’onore per la commessa in posta che oltre ad aiutarmi a spedire due lettere mi correggeva anche mentre sbagliavo a parlare in giapponese!), ma specialmente nei luoghi turistici dove TU sei quello che viene dall’estero a rompere le scatole e loro magari quelli che si vogliono godere una domenica di sole. Potrei citare scene abituali dove estraendo la mappa della cittá dallimg_2054a tasca non ho avuto il tempo di localizzare la mia posizione corrente prima che un passante si fosse fermato a chiedermi se avessi avuto bisogno di aiuto, o le esilaranti sessioni in sala giochi dove dopo avere fatto un mazzo tanto allo studente universitario di turno mi sono anche sentito dire “jozu ne” (qualcosa tipo “sei bravo eh”) invece di “dannato tu sia!” come ad esempio avrei detto io 🙂
L’episodio clou é stato proprio ad Osaka Castle dove mentre ero concentratissimo a realizzare uno dei miei scatti storici mi sono sentito chiamare da un signore locale, sui 60 anni, che timidamente mi chiede “se puó parlarmi per un po’ in inglese del castello di Osaka”. A parte il fatto che qua se uno non ha gli occhi a mandorla diventa automaticamente un americano e questa la devo ancora capire, gli ho detto di sí con l’italianissima convinzione che da lí a due minuti mi sarei trovato a dover pagare per la spiegazione.. Invece niente, ed io incuriosito dal suo inglese traballante e poi colpito dal suo atteggiamento insicuro ho investigato e ne é uscito che questo curioso signore é un pensionato che sentendosi inutile ed indesiderato un bel giorno ha deciso di imparare l’inglese per aiutare i turisti a capire la storia di Osaka Castle! La cosa sconvolgente é che quest’uomo ha imparato veramente l’inglese ascoltando i discorsi nei dintorni del castello e nei bagni pubblici, quindi immaginatevi la conoscenza ultra approfondita di termini tecnici deve avere (ad esempio pipí, cacca, profilattico, rettoscopia eccetera eccetera) e cosa avrebbe potuto fare se avesse avuto un supporto maggiore, se avesse avuto un canale tv straniero a casa o ancora meglio internet. Questa sua fortissima volontá in assenza di strumenti mi ha fatto venire in mente quanti strumenti abbiamo noi “giovani” che effettivamente potrebbero migliorarci ma alla fine non sfruttiamo mai o sfruttiamo per complete cazzate.. in suo onore il morale della giornata sará: “Un click su Wikipedia vale piú di un click su Facebook“. E giá che ci siamo aggiungo anche  “Un viaggio in Giappone vale piú di un click su visitjapan.jp” 😛

PS: Ed ora se volete cliccare anche sulle mie foto eccovi il [LINK FOTO]

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