Un tranquillo sabato sera londinese

E’ ormai autunno inoltrato nella capitale delle patate, gli alberi spogli fanno specchio soltanto ad un esercito di diciottenni in tempesta testosteronica che nonostante un uragano siberiano stia congelando l’intera cittá ancora imperterrite affollano Piccadilly Circus il sabato sera girando con scarpe da sera dai tacchi alti come cannuccie da bar aquistate all’outlet del circo Moira Orfei e vestite da un corpetto vintage uscito direttamente dal Madonna Blonde Ambition Tour del 1990.

Dovrei trovare il pub dove Michiyo ed il gruppo giapponese festeggerá il compleanno, ma sono in centro in anticipo e preso da un attacco di freddo cerco riparo nel piú vicino Starbucks all’interno del quale vengo immediatamente assimilato da una missione di suore adoratrici colombiane di Fossacesia che vestite come per un raduno annuale di eschimesi osservano dalla vetrina lo spettacolo naturale offerto dalle giovani debosciate con la stessa espressione di raccapriccio di Umberto Bossi in visita al centro accoglienza immigrati di Lampedusa. Ci troviamo di fronte ad un impatto chiaramente sconvolgente: alcune scattano fotografie come prese da un raptus di follia, altre imbracciano il rosario e si lanciano in abduzioni e spergiuri certe che la fine del mondo sia prossima, una ancora osserva il nome del locale dove le svergognate si introducono e sibillinamente fa l’occhiolino alla vicina che di ritorno sorride con un ridolino portandosi la mano alla bocca.
Passo diversi minuti a godermi la sbellicante scena per poi realizzare improvvisamente che sono paurosamente in ritardo per il compleanno di Michiyo, per cui abbandono le consorelle al proprio destino e mi lancio alla ricerca di questo famigerato locale Turco adibito ai festeggiamenti, e che ovviamente troveró soltanto dopo aver avuto il tempo di ricevere in pieno una scarica di sane secchiate di pioggia londinese che alla confortevole temperatura di zero gradi centigradi mi assicureranno una piacevolissima settimana lavorativa costellata da starnuti fazzoletti e tisane al finocchio.
Ma non importa, appena scovato ed introdottomi nel suddetto locale afferro la situazione con coraggio ed inventivitá infilando la testa sotto all’asciugamani elettrico del bagno, in tempo per accorgermi che nella cabina accanto un simpatico camionista tedesco ubriaco mi fa da accompagnamento musicale riversando otto chili di Doner Kebab nostrano nella tazza del water e rallegrando anche l’ambiente con un adorabile aroma di cadavere putrefatto che si diffonde come nemmeno nelle fogne di Calcutta.
Il momento é talmente poetico che non so se sto per commuovermi o perdere conoscenza. Mi faccio forza e raggiungo la mia combriccola giapponese in tempo per assistere ad un acceso scambio di opinioni sulla rilevanza politica internazionale della Cina negli ultimi 10 anni e sul degrado del valore del dollaro nell’era post 9/11, con variazioni sull’importanza militare del Giappone nel dialogo internazionale con la NATO e il ruolo dell’ONU nell’interazione con i monaci della Somalia.. sono momenti ricchi di passione e di crescita culturale per ognuno di noi. 5 minuti dopo giungono in tavola i primi drink. 10 minuti dopo Sayuka sta ballando la Valljia sul tavolo di legno sventolando una pashmina rosa confetto e cantando all’unione dei popoli mentre gli altri invitati si sono giá lanciati in pista abbandonando inibizioni (e talvolta vestiti) un po’ dove capita.
La serata procede guidata dal (anche) ritmo della musica e dai (soprattutto) fumi dell’alcol, cosicché si fa rapidamente mezzanotte e la folla esausta fa appena in tempo a realizzare che la tube piú vicina sará presto in fase di chiusura. Come atleti in carriera tutti si bardano di tutto punto e si salutano mentre assumono la posizione dello start up per prepararsi alla solita corsa a perdifiato per raggiungere l’ultimo treno, quando la sorella strabica di Banana Yoshimoto salta fuori (probabilmente da un gabinetto) e ferma tutti sulla linea di partenza per proporre un’idea che la fará concorrere al Premio annuale del ministro della salute inglese: “Andiamo tutti sotto alla pioggia battente a -2 gradi per cercare un locale chic dove concludere la serata!” .
Si leva un mormorio generale tipo caffettiera sul gas, alcuni si astengono, altri rispondono direttamente andandosene.. La povera sorella di Banana Yoshimoto, disperata per non aver ricevuto nessun consenso, in un gesto di disperazione fa l’occhio strabico-languido al mio ingenuo flatmate Michael che ovviamente cade come un trotone di sette chili nella rete dell’ improvvisata sirena e mi obbliga anche a seguirlo nel suo tentativo di accoppiamento con l’infido monocolo ambulante usando come deterrente morale le volte che mi ha lavato i piatti in questi anni (=1).
E’ cosí che rimaniamo allegramente e insospettabilmente in quattro alla mercé di un’ inorgoglita Banana strabica che si fa portabandiera di un’autentica spedizione nottura sotto al diluvio universale con la stessa eccitazione di un missionario gesuita alla ricerca del tempio del sacro Graal.
Due ore dopo, dopo essere stata rifiutata da 5 buttafuori, 4 receptionist, 3 centraliniste e 2 donne delle pulizie (l’ultima delle quali visibilmente irritata che si é pure tolta la soddisfazione di apostrofarla con sarcasmo per via del suo vistoso strabismo) l’abbattuta Banana riesce finalmente nel suo granitico compito e ci introduce tirandoci per le maniche in uno dei suoi favolosi locali al vertice dello “chic”: un ex tribunale militare per criminali internazionali.
Non c’é motivo di preoccuparsi: il tribunale militare é abbandonato ed é ora diventato un piú accogliente ed amichevole luogo di ritrovo per battone cingalesi, tutte provenienti dal bordello della palazzina accanto. E’ veramente un quadretto rallegrante ed il tutto rivestito di una familiaritá sorprendente come ci si trovasse nuovamente tra vecchi amici al bar del paese: All’ingresso veniamo infatti accolti con lo stesso entusiasmo di uno sciatica lombare piriforme e veniamo subito sbattuti all’interno di una tipica cella di isolamento per ex criminali in attesa di giudizio, con tanto di brandina rifoderata in pelle dove conclude perfettamente il quadro un romanticissimo giardino zen creato nel cessetto in (forse) disuso. 
Oh, quanta gioia e quanto orgoglio scintillano finalmente nell’occhio della beneamata Banana mentre ordina lo spumante piú economico del listino, Allegria! Ed ecco che questo legatissimo gruppo di 4 amici bagnati fradici, ubriachi e stanchi, seduti in un ex tribunale pieno di battone, alza con gioia i calici all’insegna di un’altra fantastica serata londinese conclusa con successo! Evviva!

25 comments to Un tranquillo sabato sera londinese