Perchè?

Viene quasi naturale comporre questo post, dopo l’analisi piatta ed oggettiva di quello precedente, che mi fa nascere spontaneamente una riflessione introspettiva semplicemente ovvia: Perché ti sei trasferito? Perché proprio a Londra? perché hai abbandonato la terra che ti sei comodamente trovato sotto ai piedi al momento della tua nascita? Perché hai nuotato contro la corrente della certezza per raggiungere soltanto incognite? Perché tu sí e gli altri no?
Sono domande che nascono ma poi per i piú restano vaghe ed incomplete, trovano solo risposte sbiadite come lasciate da una vecchia stilografica arrugginita: “Volevo un’esperienza diversa”, “Mio cugino era giá lí”, oppure al rientro in patria “Perché mi ero stancato”, “Oramai quella cittá mi aveva dato tutto”, mille frasi che si ripetono con lo stampino, ma alla fine c’è un motivo interiore che non viene mai espresso, quello singolo e vero e che é fondamentale poichè misura tutto: misura l’ attaccamento ed il rispetto per il luogo nel quale si immigra, misura il livello di sopportazione alle avversitá che lì si incontrano, misura la resistenza alla nostalgia del luogo di origine, anticipa persino le scelte inevitabili che si percorranno ed ai più attenti ne preannuncia anche i tempi esatti.
Uno puó partire per amore, per odio, per costrizione, per fuga, per ambizione, per autodimostrarsi qualcosa, o per dimostrare qualcosa a qualcun altro, per rimorso, per illusione, per rabbia.. esistono milioni e milioni di motivi con tutte le sfumature nel mezzo, di tutte le persone che giungono su queste rive sembra imprescindibile distinguere chi si fermerà da chi è soltanto di passaggio, eppure, quendo parliamo di rientri in patria a tempi da record, tutto rientra perfettamente nella mia immagine giá abbondantemente sbandierata dell’italiano medio il cui motivo di emigrazione é solido come uno spaghetto scotto, poichè per quanto egli possa dichiarare di essere convinto della sua scelta tale da definirla “a lunghissimo termine o permanente” contiene tratti innegabili che mostrano già in partenza che il “lunghissimo termine” tanto lungo poi non sarà: se uno si trasferisce ma non mostra interesse a migliorare il proprio inglese poichè quello maccheronico è sufficiente a vivere, se uno vive a Londra e si tiene informatissimo sull’attualità italiana e poi non sa nemmeno chi è il sindaco in carica, se uno evita volutamente il cinema per vedere un DVD in italiano a casa perchè “almeno si capisce”, se uno frequenta soltanto amici della stessa nazionalità o locali mirati agli italiani.. questi sono tratti indistinguibili di una persona che, passatemi il termine, “ha i giorni contati”, questa è la gente che emigra perchè prima lo voleva fare e poi si accorge di essersi dimenticata il perchè, che si trova per 20 anni nello stesso posto sotto l’ala dei genitori e non ha idea di cosa significhi vivere in un altra realtà senza briglie e per questo ne è terribilmente attratta, che desidera ardentemente tradire la propria vita anestetizzata sostituendola con un altra giovane e fresca, che come una casalinga fedele scopre che l’orgasmo più forte lo regala il vicino di casa non perchè sia più bravo a letto ma perchè con lui c’è il gusto del proibito. Gente che poi a tempo di record riesce a trasformare nel normale tutto ciò che un mese prima era il meraviglioso ed a mortificare una splendida magia spiegandone l’equazione chimica, gente che sboccia per appassire e sfiorire nel giro di una stagione come il più delicato dei fiori di montagna, gente che a Londra non dà niente e che da Londra non avrà niente in cambio.

Tornando alla frase magica che concludeva l’articolo sull’emigrazione “C’è chi emigra perchè vuole, e c’è chi emigra perchè deve”, credo che “chi emigra perchè deve” si distingue da “chi emigra perchè vuole” per un semplice motivo: a differenza di quest’ultimo si lamenta continuamente ogni minimo dettaglio e paragona ossessivamente Londra alla città dalla quale si è emigrati al punto da diventare logorroico e frustrante anche per chi lo circonda. Questo perchè egli vorrebbe non doversi trovare nella sua condizione ed anzi tornare a casa, ma allo stesso tempo è perfettamente consapevole che questo non è possibile per la relativa mancanza di lavoro, la terribile situazione economica, o magari per una disgraziata situazione familiare, e non riesce a trovare modo migliore di sfogare la propria frustrazione verso la città che è oggetto di questo subdolo esperimento di surrogazione, del presunto “meno peggio”, dal quale si pretende pieno diritto di prendere a mani piene tutto quello che si vuole, mentre si è impegnati ad organizzarsi tra un ritorno a casa e l’altro.

Quando guardo me stesso mi dico che il mio motivo per restare qua deve essere forte, perché in quanto alla resistenza alla nostalgia di casa ho battuto il record: in due anni sono tornato due volte, per un Natale ed un matrimonio, persino i miei amici giapponesi sono tornati a casa piú spesso di me. In compenso nei miei giorni di vacanza ho visitato Manchester, Roma, Parigi, Madrid, presto andró in Portogallo..insomma tutto tranne che “casa”. Persino quando in metá settimana dico “voglio andare a casa e restarci fino a Lunedí prossimo” mi dicono “ah vuoi tornare in Italia?” e io “ma che Italia e Italia, intendo proprio che voglio andare a casa, a Bermondsey, e dormire fino a Lunedí!”.
Sono ancora innamorato di Londra come quando ci ho messo piede per la prima volta, spalanco ancora la bocca come un bambino quando osservo l’imponente Tower Bridge e la City dal silenzioso molo in fondo alla mia via, mi sembra ancora un magia trovare i supermarket aperti di notte e mi diverto ad osservare con circospezione la gente che li frequenta, adoro ancora perdermi nei miei pensieri lungo il South Bank quando la sera è rischiarato soltanto dai tenui lampioni, resto ancora di sasso ogni volta che uscendo da Canary Wharf osservo a naso in su gli enormi grattacieli illuminati, mi sento ancora turista quando scopro vere e propri comunità locali in zone della città prima d’ora inesplorate, sono ancora pienamente riconoscente per tutto quello che ogni giorno mi accade in questa vita londinese e per tutto quello che quotidianamente imparo e sento che 2 anni di tempo non hanno spento la mia fiamma della curiosità e dell’entusiasmo.

Forse é perché sono uno di quelli che “Emigra perché vuole”, uno di quelli che davvero non capisce come si possa osservare Londra con l’occhio del pessimismo cosmico amplificandone tutti i più piccoli difetti quando qua a Londra ci sei venuto per stare meglio, ed onestamente spero di non capirlo mai. Soltanto quando sento l’ennesimo italiano medio che mi dice “dopo 6 mesi che sono qua me ne torno a casa perchè onestamente di stare in questa città che mi sembra un grosso centro commerciale mi sono un po’ stancato” mi fermo un attimo a sorridere e mi domando che cosa di Londra questa persona abbia visto, rispondendomi ancora un volta che evidentemente ogni persona ha il suo motivo che determina tutte le sue scelte.

34 comments to Perchè?

  • fm

    grazie Matteo, davvero.
    L’unico neo è l’assunzione a giovine donna. Ho 31 anni suonati, ma tra lavoro e soste obbligatorie per motivi di, diciamo, salute, sto finendo ora. Devo dire che nonostante molti qui mi trattino come anticaglia inutile sono felice del mio percorso e ho notato che el Regno Unito se ne fregano abbastanza. Io con quell’abbastanza ci camperei. Vi bacio tutti, mi avete fatto un gran bene.
    fm

  • Oby

    Mi assento un attimo e qua gli ospiti si allargano vedo … 😀 lol

    FM: Da quel che scrivi non sembri proprio un’italiana media, hai una coscienza ed una consapevolezza decisamente rara tra i giovani di oggi (assumo che sei giovane dal discorso degli studi)..
    Conosco la sensazione delle radici al sole, è un’immagine molto esplicativa, quel che significa(va) per me personalmente non era altro che la realizzazione che più tempo passavo in Inghilterra e più le cose in Italia andavano avanti senza di me..come se la mia coscienza mi venisse a far sentire un senso di colpa per qualcosa che in Italia NON stavo facendo, forse per l’idea che i parenti di me pensavano che fuggire dall’Italia era offenderla ed offendere loro. Alla fine devi attraversare una fare di autoriflessione dove bene o male accetti che le radici che bruciano sono quelle rimaste in Italia, e dopo qualche tempo non ti fanno più male perchè sono state sostituite da nuove verdi radici piantate nel terreno inglese.
    Ad ogni modo, l’esperienza del “salto della manica” è un rito intimo e personale con conseguenze diverse per ognuno di noi in base alle nostre esperienze e carattere, quindi per te potrebbe significare tutt’altro. Di una cosa puoi stare certa: qua troverai diverse persone che sono pronte ad appoggiarti ed a dialogare con te su questi aspetti introspettivi del “cambio nazione”, se ti stai sentendo con Polixenia poi sono sicuro che sei non in buone ma OTTIME mani! 😀
    Qualsiasi cosa tu abbia bisogno la mia mail è nella pagina ‘contact me’.
    Matteo.

  • fm

    (apre) con rispetto, permesso? Posso? Ehm… ho risposto alla tua mail polixenia, spero sia arrivata. Il Delivery non so cosa voglia da me, va beh che sto in periferia, ma insomma. Mi scusi Oby, cancelli pure eh, con permesso, arrivederci, a presto, la saluto (chiude).

  • polixenia

    emm…. nn vorrei abusare del blog di Oby per prendere appuntamenti telematici ma… ti ho mandato la mail e mi è comparso lo spiacevolissimo e stitico messaggio Delivery Status Notification…
    che sembra mandata dall’FBI cacchio!
    come mai???????

  • fm

    si, ho un contatto ma non mi piace metterlo pubblico, perciò ti do prima la mail iper sputt… fratturemultiple@gmail.it se mi scrivi poi ti mando quella che uso privatamente. grazie e scusa il sotterfugio ma l’ultima volta che l’ho messa su in mostra mi son capitati fatti strani. Ciao, aspetto.

  • polixenia

    X FM nn hai una mail o un contatto msn mi piacerebbe molto parlare con te a proposito di quello che hai scritto!

  • fm

    Ciao Oby, io sono nuova del blog, ne ho letto alcuni post, ho rimuginato per due giorni e ho deciso di scriverti.
    Il tuo “perché” è interessante, ho una sorella che vive a Londra che ne è innamorata e un cognato che la vive con un poco di rimpianto per l’Italietta. Io partii, prima che loro vi si stabilissero, per poco tempo, per vedere e vedermi in mondo diverso. Me ne innamorai follemente ma in capo a due mesi mi sentii estranea, complice il fatto che ci furono gli attentati e persi il lavoro e che comunque sarei dovuta tornare per finire gli studi. Mi ricordo che vissi la fine della permanenza in modo conflittuale: se da un lato mi ero innamorata della città che mi affascinava ed è stata l’unica in cui non soffro di panico, dall’altro mi sentivo sradicata, una pianta con le radici al sole. Sono tornata diverse volte poi. Mi piace ogni volta di più, la adoro e sembrerà stupido ma mi sento a casa più che in Italia… Poi mi ricordo quel sentimento di estraneità e mi blocco.
    Ora che sto finendo il mio lunghissimo percorso accademico disseminato di lavoretti e soste forzate vorrei partire. Ed è per questo che ti scrivo. Vorrei una tua opinione, vorrei riuscire a capire, magari anche se sono una tipica esemplare dell’italiana media e il mio commento ti disgusta.
    Io vorrei partire perché vorrei vivere. In Italia, in Sardegna, vivacchio. Me la cavo, ma mi manca la libertà, quella che ho sentito solo a Londra,che né la Spagna, la Francia, nè la penisola mi hanno donato così a cuore aperto. Vorrei mettermi alla prova, che non è neanche fare un’esperienza, ma provare i miei limiti che nella cornice della mia isola sono stretti da un sentimento comune affine al bigottismo, inquadrati dalle mode, repressi da un unico modo di sentire. Non dico che siano tutti così, ma mi ritengo fortunata se riesco a conversare di qualcosa che esuli dai vestiti e dalla tv una volta la settimana.
    Forse sono io.
    Poi mi viene la paura. Quello sradicamento ero io, più profondamente? O forse, rimanendo più tempo, l’avrei superato? Non ho parlato a nessuno di questa cosa, non saprei a chi parlarne. Mia sorella mi direbbe fregatene, mio cognato resta in Italia, il clima è buono, il cibo pure, blablabla. Il fatto è che ogni volta che accenno a una mia partenza è come se fosse implicita la critica all’Italia, in toto, mentre so bene quel che mi va e quello che non mi piace (l’attuale gestione governativa è un’offesa all’intelligenza, l’arretratezza più che economica culturale mi rende triste e ansiosa) ma non c’entra nulla la ripicca. C’entro io e la voglia di prendere in mano la mia vita, crescere e vivere. Il mio cuore ha eletto Londra a luogo favorito, la mia testa cerca spiegazioni e motivi a quella paura, cerca un appiglio che forse è solo dettato dalla paura del nuovo. Insomma nel mentre ho preso contatti con l’ambiente universitario e a quanto pare mi si piglierebbe e la gioia e quel tratto intraprendente fa i salti di gioia. Poi quelle radici al sole mi si piantano in testa come un proiettile e non c’è neanche un’anima che mi sappia capire. Ecco, spero in una tua opinione, un cenno, un qualcosa che fuori dalle definzioni e dall’emotività mi sappia dire se seguire il cuore aiuta o se sono solo le prime avvisaglie di una precoce e inesorabile demenza.
    Grazie e scusa se ti ho lavato i panni sporchi in casa.
    Più che sporchi ho scoperto che sono da rammendare.
    un saluto
    fm

    p.s. l’email è verissima. Ha pure avuto fortuna.

  • sicuramente bisogna avere delle motivazioni forti ma credo che bisogni essere anche molto fortunati. quando ero in austria desideravo solo tornare a casa perchè non riuscivo proprio a stare bene. ma non perchè sentivo particolarmente la nostalgia. non era il mio ambiente…ma almeno l’ho scoperto in tempo e per un periodo relativamente breve 😉

  • Barbara

    Scusa la risposta tardiva, ma purtroppo non passo così tanto tempo al computer da poter rispondere in tempo reale. La risposta mi piace puntualizzarla però, perchè mi sento tirata in causa.

    >ma io in 25 anni un italiano dire “sono fiero del mio paese” non l’ho mai sentito, e tu?<

    Nel post che ho fatto mi sembrava chiaro, hai un esempio di questi “italiani medi” che sta scrivendo. Io sono fiera di essere italiana, lo dico col cuore e come me ce ne sono altri, che vivono all’estero e che vivono in italia, può essere per questo che qualcuno ha scritto le proprie opinioni discordanti dalle tue? Forse perchè sono fieri di essere italiani?

    Forse sei ancora un pò giovane per capire quanto il tuo paese ti possa dare, io ho già fatto il mio percorso e la conclusione è stata questa, poi ognuno farà i propri percorsi e trarrà le proprie conclusioni.

    Quello che dico e che dicevo è che dai troppo per scontato che tutti la possano pensare come te, oppure c’è un’opera di autoconvincimento dietro. A quel punto ti direi: se dell’italia non ti frega niente come dici, smetti di scrivere in italiano e scrivi i tuoi post in inglese, in questo modo l’italiano medio che tu dici non avrà nulla da recriminarti se ti rivolgi agli inglesi che non potranno mai essere secondo te “inglesi medi”.

    Ah, dimenticavo, ne conosco circa una decina di italiani che erano con me a Liverpool.

    La “Fiera italiana” Barbara

  • Amo ciò che scrivie il modo in cui lo fai …mi sembra di perdermi in una favola che sto per iniziare a vivere
    :rose

  • polixenia

    x restodelmondo: davvero? ‘aspita, mi fa molto piacere,però devo dire che se anche fosse come Roma o Parigi o qualsiasi grande città con determinate problematiche di violenza x me nn farebbe molta differenza,mi sento nella condizione emotiva in cui sono in un certo senso obbligata ad andarmene se voglio avere una possibilità di vivere un pochino meglio nei limiti delle mie capacità,quindi posso scegliere solo la destinazione,nn posso più scegliere se restare o no,se resto a che santo mi vado a votare?

    x blossom: puro vangelo, sarà che vivo in un paesino ma sono circondata da gente davvero strana dove mi sento peggio che disadattata davanti a 30enni che si lagnano continuamente della mamma che sbaglia a stirargli le camicie,dei pochi soldi,e del nuovo cellulare che fa dei filmati nn perfetti! :sick

    x lorys: penso che Oby riesca ad interpretare alla perfezione un sentimento che davvero appartiene a moltissima gente (ovviamente nn a tutti e direi anche per fortuna). a volte è meglio dirsi le cose come stanno, se un problema è ben inquadrato lo si può risolvere,o almeno tentare di farlo. però se tu dici che l’Italia ride ti fai anche tu interprete di un sentimento comune come lui, perciò perchè lo critichi? il fatto è che forse la tua Italia ride ma è una fortunatissima(e invidiatissima) minoranza. continuo a pensare, ma qui si tratta di gusti, che questo sia il paese più bello del mondo,credo però che stiamo attraversando una fase di tale declino,almeno in certi ambiti(nn mi piace generalizzare, la moda e la pizza vanno sempre alla grande ah-ah-ah 😉 che frasi come l’Italia ride mi fanno un pò incazzare,forse a causa delle difficoltà in cui mi trovo. la tua opinione è valida come quella degli altri, se pensi che Oby debba smontare(ma forse davvero interpreto male, quindi chiedo scusa in anticipo) alcune sue certezze, forse io nn riesco a capire bene quello che vuoi dire, ma credo che tu ti stia facendo portatore di altrettante certezze che però nn sono condivise da un uguale numero di persone.infine,se posso permettermi di chiedere,come mai così pungente?cosa ti infastidisce?sarebbe interessante approfondire invece di punzecchiare…

    x Oby: se mi inviti certo che esco con voi,caro 😉

  • Hey ma Loris ma come fai ad attaccare una persona senza nemmeno conoscerla? Sei tu che vuoi avere ragione x forza!

  • loris_e@libero.it

    Eccomi, non lascio cadere il tuo interesse. Vuoi avere l’ultima parola? E sia…Però procediamo con ordine, invertito…
    “Un saluto cara…” mmm cara io o cara il saluto??…hai ragione, il problema non è la lingua…è l’identita…Lapsus o volontà? E ovvio rido, perchè trovo esilaranti i tuoi tentativi di arrampicarti sugli specchi. Se ne fai una questione di sintassi, forse non ne uscirai mai perchè il forse che usi è riferito a una possibilità del perchè emigrare e non chiedersi se forse si è emigranti o no…Ci sei o ci fai? Un post su questo ci permetterebbe di farti scendere da dove sei, e questa è l’unica ragione per la quale ti scrivo e non per la tua deduzione errata su quanto io possa essere legato all’Italia (cito commenti sfavorevoli sulla tua Italia, altrimenti questa cosa non nasceva nemmeno. E da qua non ci muoviamo…) Ci muoviamo eccome, perchè il mondo è decisamente più complesso di come lo generalizzi tu…E il fatto che trovi innegabile quello che racconti facendoti voce di idee non tue, trascende l’umana idea che l’opione di un singolo non è un campione rappresentativo…Mi spiace averti intristito, volevo solo inclinare le tue certezze… :rose :rose :rose Loris

  • Oh ma che bello, una polemica! Oby sei diventato famoso, mi sembra di stare al Grande Fratello, manca solo la gialappas 🙂
    Bene mi ricompongo e dico la mia, anche se nessuno me l’ha chiesta e questo non è nemmeno il mio blog.

    -“Alla fine…vivi in una città dove tutti sono immigrati, è logico che ti senti sempre aiutato da tutti”: concordo, è un’enorme cazzata, semmai direi vale il contrario…qui ti devi arrangiare, sei solo in ogni cosa che fai, concetto nuovo agli italiani medi che descrive Oby, ed è per quello che poi tornano in italia *leggi anche:si, vivo da solo, ma mia mamma mi lava le mutande; ho 30 anni, magari potessi andare a vivere da solo, ma sto cercando di risparmiare per comprarmi una casa (ma intanto vesto D&G e vado in ferie in Sardegna) ecc ecc

    -concordo con Barbara che anche l’Italia ha i suoi lati positivi e gente in gamba, ci mancherebbe. Poi ognuno trova il suo “posticino” in luoghi diversi, pure io ho vissuto in diversi posti mille volte piu attraenti di Londra, quali Madrid e Valencia, e son venuta qui per stare sei mesi…ma ci sono rimasta perchè mi sono follemente innamorata di questa citta, del suo ordine, delle possibilita che mi offre, degli insegnamenti che mi da, della sua bellezza (estetica intendo) e di molte altre cose. Per quanto riguarda la serenità della “gente mediterranea”, io come al solito da friulana quando sento dire queste cose mi viene da chiedere la nazionalità austriaca, per quanto poco posso ricollegare l’idea di “mediterraneo” alla mia terra. Se parliamo di liverpool, allora parliamo anche delle zone più industriali o rurali o cmq “tristi” in italia: sicura che ti ci troveresti cosi bene? (con tutto il rispetto per liverpool che son certa sia una grande citta, e per il mio friuli che è una splendida oasi di pace)

    -A differenza di Matteo, vado a casa almeno ogni due mesi e lotto con i denti da anni per rimanere attaccata al mio paese natale, alla mia gente ecc. Però pian piano mi devo arrendere all’evidenza dei fatti: in Italia le possibilità sono limitate, il potere è in mano a pochi e se nn hai una certa età o delle conoscenze certi lavori e posizioni te li sogni. La gente tende a scegliere sempre la via piu comoda…e ha pure il coraggio di lamentarsi. Mai sentita gente lamentarsi cosi tanto come in italia, mi viene la depressione ogni volta che vengo. Eppure non conosco NESSUNO che non abbia l’ultimo modello di telefonino, l’auto nuova, il televisore al plasma, vestiti all’ultima moda ecc ecc. quindi di cosa esattamente si lamentano? Che gli italiani a londra in vacanza li sanno riconoscere TUTTI da un miglio di distanza, son vestiti TUTTI uguali, firmati da testa a piedi. Le banche sono usuraie e paghi miliardi per tenere un conto aperto, infatti lo chiuderò al piu presto perchè si sta autoprosciugando. Non parliamo delle tariffe dei cellulari e di mille altri abusi che vengono sempre sgamati dall’Unione europea e ci fan fare la solita figura del cacchio.
    Penso che i post di Matteo, oltre che un’opinione giustificata, siano un modo simpatico per prendere in giro un paese al quale rimarremo legati a vita e che noi per primi vorremmo veder prendere tutt’altra piega.

    -siamo la vergogna dell’europa occidentale e se non ci fossero ancora il portogallo e forse la grecia dietro di noi, credetemi, gli ultimi saremmo noi. Arretrati, bigotti, incapaci di rinnovarci. Con una politica da far ridere e leggi decise da un papa preistorico. Ho votato piu fieramente per il sindaco di Londra che per le ultime elezioni in italia…

    -io tifo Italia agli Europei!!!!!!!! (anche perchè l’Inghilterra non si è nemmeno qualificata buahahahahahhahahah)

  • Oby

    Loris: L’Italia ride, e beata lei. Se lo fa la invidio, ma per quanto ne so io le è rimasto ben poco da ridere. Oggi al massimo si ride per non piangere .. a parte ovviamente a quelle che sposano i figli di Berlusconi.
    I commenti che non mi sono favorevoli mi disturbano.. sono sicuro che tu alla gente che non concorda con te mandi a casa il panettone a Natale, tant’è che anche a te disturbano i commenti sfavorevoli sulla tua Italia, altrimenti questa cosa non nasceva nemmeno. E da qua non ci muoviamo.
    L’altra cosa, non ho aggiunto “a mio modestissimo parere” perchè così non è, è un fatto innegabile che chi si trasferisce all’estero vede il paese natìo sotto una luce diversa e non un’idea mia, e non ci vedo niente di trascendentale, sarebbe anzi assurdo ipotizzare il contrario.
    Ultima cosa su questa tua frase:
    Ps = ho usato la parola “immigrato” perchè tu hai scritto “….Forse é perché sono uno di quelli che Emigra….” ergo immigrato. Mi sa che sei tu che non leggi i tuoi post…O forse è solo un problema di lingua??
    Io non solo li leggo i miei post, ma ti dirò di più: li scrivo anche, ed infatti c’è una bellissima parola in quella frase che è FORSE e che non è uscita dal generatore casuale, e la cosa mi lascia ancora una volta tristemente evincere che quella che non legge sei tu, o forse è veramente un problema di lingua..di certo non mio.
    Un saluto cara, non pensare che siccome non concordiamo io ti voglia meno bene, torna pure a ridere quando vuoi :rose

  • loris_e@libero.it

    o no no. Non è il primo. Non mi privo mai del piacere di una risata, collettiva, fragorosa…Fidati, l’Italia ride. Perchè è palese che i commenti che non ti sono favorevoli, ti disturbano. E questo mi fa credere che tu abbia un cuore…Incomincio a capire cosa intendi quando ti definisci disadattato; “proprio far capire come l’Italia vista dall’Inghilterra abbia una luce diversa e non come trasferirsi e rinnegare l’Italia risolva i propri problemi”….ti sei dimenticato di aggiungere un modesto “secondo il mio umile punto di vista…” Ps = ho usato la parola “immigrato” perchè tu hai scritto “….Forse é perché sono uno di quelli che Emigra….” ergo immigrato. Mi sa che sei tu che non leggi i tuoi post…O forse è solo un problema di lingua?? :rose Loris

  • Oby

    Darkstalker: L’attitudine a farsi i fattacci propri è proprio una di quelle cose per le quali io e gli inglesi andiamo d’amore e d’accordo 😀
    Maurizio: Purtoppo anche questa è una storia che in Italia, come in tanti altri paesi, si ripete sempre e sulla quale sono già stati scritti libri e libri .. può essere quasi bello osservare chi giovane e speranzoso parte con tutto il coraggio nel cuore, ma a me personalmente rattrista che lo faccia anche chi piu di tutti dovrebbe essersi “stabilizzato” o peggio ancora che lo vorrebbe essere.
    restodelmondo: Verissimo! Evidentemente i giovani adolescenti sono troppo impegnati ad accoltellarsi tra loro per notare le loro coetanee mezze nude ed ubriache in giro per la strada. O forse sono troppo brutte? :rose
    Loris: Scusa nè, a parte che la nostalgia di casa non è la nostalgia della propria nazione, e a parte che lo scopo del post è proprio riflettere su come uno emigra “perchè vuole” o “perchè deve” in base a cosa prova verso lo stato nel quale immigra e in quello che lascia, io non mi ritengo immigrato prima di tutto perchè non ho la cittadinanza inglese e secondo perchè l’intero scopo di questo blog è proprio far capire come l’Italia vista dall’Inghilterra abbia una luce diversa e non come trasferirsi e rinnegare l’Italia risolva i propri problemi. E’ chiaro che questo è il mio primo post che leggi.
    Barbara: Ah si e quanti ne conosci che stavano bene in Italia e sono andati a vivere a Liverpool solo “per sfida”? Tutti hanno il loro motivo e non ti sembra ovvio che tutti, come il sottoscritto e come tu stessa, ci muoviamo seguando i nostri bisogni in modo da stare bene e concederci la vita che vogliamo e da queste ne traggono le proprie osservazioni? E poi, ti garantisco che tutti apprezzano l’Italia quando ci vanno in vacanza, dopotutto chi non versa le tasse non ha bisogno di domandarsi come facciano 70 parlamentari condannati in via definita a sedere in parlamento, ma io in 25 anni un italiano dire “sono fiero del mio paese” non l’ho mai sentito, e tu?
    E un ultima cosa sulla quale ti chiedo di perdonarmi ma questa la devo dire:
    “Alla fine…vivi in una città dove tutti sono immigrati, è logico che ti senti sempre aiutato da tutti”
    questa è una enorme cazzata :rose

  • Barbara

    >“dopo 6 mesi che sono qua me ne torno a casa perchè onestamente di stare in questa città che mi sembra un grosso centro commerciale mi sono un po’ stancato” mi fermo un attimo a sorridere e mi domando che cosa di Londra questa persona abbia visto<

    Leggendo un pò i tuoi post io però mi chiedo cosa tu abbia mai visto dell’italia visto che ne parli sempre gran male.
    Ogni paese ha i suoi pro e i suoi contro, la propria politica e i propri modi di vivere. Posso vantarmi di essere vissuta in 6 paesi diversi per più di due anni ognuno, eppure ogni volta tornata in italia l’ho trovata sempre più bella, fino a decidere che pur con tutti i suoi problemi è sempre la patria e la gente che amo. Ha i suoi difetti, è vero, ma ogni città, ogni paesino, ogni piazza ti permette di godere della bellezza e della serenità che la gente mediterranea ti sa dare.

    Non disprezzo qualsiasi stato diverso dal mio, dico soltanto che forse se non sei stato in grado di apprezzare il cuore e l’amore che da l’Italia, magari un pò di colpa ce l’hai. Alla fine…vivi in una città dove tutti sono immigrati, è logico che ti senti sempre aiutato da tutti, ma la vera sfida è avere a che fare con la gente del posto, non con quelli nella tua stessa situazione. Inizia a trasferirti da Londra a Liverpool, non sia mai che qualche dubbio venga anche a te? 🙂

  • loris_e@libero.it

    cito da Oby “…alla resistenza alla nostalgia di casa ho battuto il record: in due anni sono tornato due volte…” Però da tutto quello che scrivi dimostri di tornarci più spesso di quanto realizzi. Londra non ti assorbe abbastanza da farti dimenticare L’Italia o gli italiani che invadono Londra. Ogni post scritto è un viaggio di ritorno. Una reale tranquillità d’esistenza da immigrato permette di superare l’astio che provi quando descrivi (leggi – pontifichi sul-) il tuo paese d’origine; cito nuovamente “…(l’) attaccamento ed il rispetto per il luogo nel quale si immigra” diventa solo pratica di buona educazione se rinneghi la forza di rispettare il “tuo” paese che in fondo, in parte, ti ha permesso di diventare quello che sei ora, qualsiasi cosa tu voglia essere. by Loris

  • questa città che mi sembra un grosso centro commerciale mi sono un po’ stancato” mi fermo un attimo a sorridere e mi domando che cosa di Londra questa persona abbia visto

    Oxford Street e basta? 🙂

    @Polixenia: Londra è decisamente più sicura di Milano o Roma. Pensa solo che è normale vedere ragazze che prendono il nightbus delle due di notte da sole, e magari brille e/o in minigonna. Anche nelle desolate lande a sud del Tamigi. 😉 (Mi unisco ai complimenti di Oby per l’osservazione sulla volontà che diventa necessità.)

  • La prima differenziazione che ha fatto (tra chi vuole e chi deve) fa già un’enorme differenza.
    Poi il perchè “particolare” ognuno lo ha insito in sè e questo porta alla gamma infinita dei comportamenti

  • ciao oby, ti leggo e commento in un giorno postumo a quello che in italia è il 25 Aprile cioè giorno festa della liberazione, che però.. come al solito viene utilizzato per sbandierare colori di bandiere che non c’entrano nulla con la realtà dei partigiani e che i partigiani avrebbero bruciato insieme a tutto il resto lascato qui dagli invasori.. vabbè. solita italia. tornando all’argomento del tuo post posso risponderti con questo articolo che ho appena letto dal corriere della sera e ti riporto qui pari pari:

    “Con i soldi vorrebbe «iniziare una nuova vita in un altro paese»
    Medico chiede 2 milioni di danni allo Stato: «Gli italiani sono incivili»
    «Per l’alta sofferenza, il disordine e il degrado in cui sono costretto a vivere»

    CAPACCIO-PAESTUM (SALERNO) – «Gli italiani sono incivili»: con questa motivazione un medico ha avviato una singolare iniziativa giudiziaria, chiedendo i danni allo Stato per «rifarsi una vita». Vincenzo Barlotti, medico chirurgo di Capaccio Scalo in servizio nell’ospedale «San Luca» di Vallo della Lucania, ha depositato un esposto alla procura della Repubblica di Salerno nel quale si chiede al comune di Capaccio, alla Regione Campania e allo Stato Italiano un risarcimento di 2 milioni di euro «per l’alta sofferenza, il disordine e il degrado in cui sono costretto a vivere».

    LA MOTIVAZIONE – Il risarcimento milionario, spiega ancora il medico 56enne nell’esposto, dovrebbe servire per «iniziare una nuova vita per me e i miei familiari in un altro paese dove vige un modo di vita consono alla mia visione della società». «Il senso civico del nostro paese è ormai ai minimi storici – afferma Barlotti – l’esposto è una provocazione, ma fino a un certo punto. I fatti degli ultimi tempi, dall’emergenza rifiuti a tutto il resto, sono solo il sintomo di un malcostume diffuso che non può essere più tollerato. Nel nostro paese esiste una atavica maleducazione, favorita da tolleranza e permissivismo, se non proprio malafede. Spero con tutto il cuore che le cose possano cambiare, ma sono sempre pessimista».”

    il che vale a dire che vorrebbe andarsene di qui non solo chi è giovane, e può “osare” ma anche chi in italia ha già una carriera ed una posizione che può ricostruire solo con maggiori difficoltà all’estero. ma è disposto ad abbandonare perchè non ne può piu.

  • DarkStalker

    Beh io non sono uno di tante parole, se crollasse il mondo racconterei ai posteri che non è successo niente di particolare.
    Quindi ti giro una domanda. 🙂
    Non è che la gente emigra semplicemente perchè preferisce uno stile di vita diverso? Mi spiego, ad esempio io a Londra mi troverei alla grande (vuoi anche per mie limitazioni che mi impediscono di spostarmi liberamente), e cmq degli inglesi apprezzo la qualità di essere abbastanza riservati (ergo si fanno i fattacci loro).

    P.S. oh my god! ma non potresti cambiare gli smiley? 😛

  • Grazie Matthew, sei proprio un tesoro e sai quanto ti voglio bene!
    E ti ringrazio perchè se non fossi nel Team Vacanze penso che impazzirei…

  • Oby

    Blossom: Una Londra per ognuno, quanto è vero. Eppure sono certo che la “nostra” Londra si assomiglia, come ci assomigliamo noi 😉
    Random: Hai ragione pure te, anche io in questo momento mi sento disadattato tra disadattati, e quindi forse proprio adattato. Eppure non so, forse fuori da questa città tutto questo finirebbe in un istante, la forza per integrarsi viene dalla voglia di farlo.
    In quanto al dominio: no! Anzi aspetta: Quanto mi offri? >:)
    Polixenia: A volte la volontà diventa una necessità, anche tu hai detto una cosa terribilmente vera, si potrebbe elaborare un post soltanto su questa frase. Ma io sono certo che tu sei abbastanza sveglia per valutare le opinioni delle persone senza il filtro dell’interesse personale. In quanto alla Londra mia e di Blossom, non c’è alcun problema, basta che esci con noi 😀
    Av: No problem, figurati. E’ vero che dovevo cambiare il nome, ma è stato rimandato tutto al prossimo gennaio.
    Laura: E sei anche fortunella, perchè sai che se un giorno prenderai quella decisione qua troverai qualcuno che ti aiuterà in ogni modo possibile (se sarò ancora qua ovviamente) :lol
    Ognuno è portato a crescere come meglio crede, quello di vivere un’esperienza lavorativa all’estero è soltanto uno dei tanti modi, ma tu Laura, sei anche nel Team Vacanze il che è anche un’altra ottima alternativa 😀

  • Davvero un bellissimo post, emozionante!
    Mi piacerebbe tanto provare questa esperienza e ci ho pensato qualche volta… non so ancora cosa mi frena qui, forse non ho il coraggio di lasciare tutto ciò che ho qui…
    Certo non sono di quelli che si lamentano del cibo o dell’inglese anzi, sto cercando di migliorarlo anche se sono qui in Italia per arrangiarmi in ogni mio viaggio e forse, chissà, perchè spero un giorno di poter stare anche io li per un pò…

  • o.t. ma tu non dovevi cambiare indirizzo? 🙂 adesso risalvo il feed. scusami per la mancanza.

  • polixenia

    Quando racconto ai miei “amici” che tra poco mi trasferirò a Londra, spesso i meglio informati,o coloro che si considerano tali,dipingono un quadro apocalittico e certamente poco lusinghiero della città.Mi ritrovo a pensare se davvero voglio vivere in una città (cito alla lettera) così : “losca;violenta;dispersiva;c’è ricchezza ma è per pochi,nelle periferie c’è solo miseria;andrai a fare la schiava;nn riuscirai nemmeno a mangiare tutti i giorni x quanto costa la vita;ti troveranno cadavere da qualche parte;girano tipi assurdi;nn è tranquilla x niente;nn ci sono nemmeno i bidet!”
    Ogni volta che sento questi commenti so che in parte sono veri,in parte dettati dalla paura di chi vede che ti allontani sempre di più dal suo mondo.
    Quello che hai scritto mi ha aiutata a ricordare che nn voglio assolutamente arrivare con lo sguardo carico di pregiudizi e di aspettative.Voglio mantenere una visione lucida,ma mi piacerebbe che la “mia” Londra fosse un pò simile a quella tua e che descrive Blossom.
    A volte,chi “emigra perchè vuole” si trova anche a dover emigrare “perchè deve” perchè la volontà diventa una necessità.
    Grazie di aver scritto tutto questo Oby :love

  • Mi sento un po’ un delicato fiore di montagna in questo momento! Ti stimo perche’ hai molta forza e sai integrarti, non ti vedo assolutamente come un misfit. Puoi vendermi il dominio del tuo sito?

  • Mi hai fatto venire i brividi, e le lacrime agli occhi…è proprio vero, mi chiedo anche io che Londra vedano certe persone…la “nostra” Londra, una diversa per ognuno, è un luogo magico, speciale, fonte continua di emozioni, di ricordi, di conquiste, di incontri.
    Casa dei nostri sogni.
    Spero tanto di conoscere la “tua” Londra un giorno, dev’essere splendida…