Realizzazioni

E’ un periodo di realizzazioni.
Fa specie dirlo, in un contesto dove tutto é in rapida e perpetua evoluzione sotto diversi piani contemporaneamente e le certezze sono sempre fugaci, eppure in questa grande massa di cambiamenti io tiro le somme cosí facilmente.
Ho realizzato pienamente ieri sera che da quando mi trovo a Londra ho aperto cosí tanti progetti, cosí tanti sogni, cosí tante speranze, che paragonate alla mia vita italiana sembra che in 26 anni io abbia soltanto dormito. Non voglio scendere in dettagli e non voglio certo mettermi adesso a tirare le somme su cosa ho aperto e cosa ho concluso, per quello c’é un post ed é quello di fine anno, ma voglio dire che ci sono dentro fino al collo e ci credo dannatamente ed in questo gioco all’autocommiserazione chi ci rimette é palesemente ed inevitabilmente l’Italia. Il paragone perfetto che mi viene in mente é quello del mio cane: quando ho portato a casa per la prima volta il mio cane dalla casa dove felicemente viveva con i suoi fratelli ricordo la prima notte: i guaiti a dirotto, i gemiti ed il rifiuto di stare con persone che non conosceva, raggomitolato in angolo buio tra odori a lui estranei… ha spezzato veramente il cuore a tutti noi pensare per il nostro egoismo quanto potevamo spingere per piegare la volontá di un povero cucciolo, io lo volevo addirittura riportare indietro. Eppure, in meno di una settimana quella era poi diventata la sua casa, noi eravamo diventati la sua famiglia e tutto ció che amava e doveva proteggere, aveva i suoi luoghi di appostamento per scovare i passanti sospetti e quelli riparati dal chiasso dove dormire in santa pace, abbaiava con orgoglio a chi si avvicinava troppo a lui e a noi. Mi domando oggi, a distanza di anni, se pensi ancora al luogo da dove é venuto, se ricordi i suoi fratelli, se gli manchino, se potendo scegliere vorrebbe tornare nel luogo dove é nato..ma l’impressione che dá é che se ne sia completamente dimenticato, é totalmente impegnato in altro. Allo stesso modo io, ieri, scoprendo che nella settimana di pasqua abbiamo 4 giorni filati di ferie, sono subito andato a controllare sul sito della Ryanair le migliori offerte per andare a visitare la Spagna o il Portogallo, per scoprire nuove cittá, nuova gente e nuove culture, finché mia mamma al telefono mi dice: “quindi non vieni a casa?”…attimo di pausa..”eh ma ho bisogno di prendere un po’ di sole, non ho mai visto la Spagna, Bergamo la so a memoria, poi brucierei 4 giorni tra telefono e parenti vari, perche non vieni tu con me? Cosa vengo a fare io…” Insomma la possibilitá in questione non era nemmeno stata considerata, ho girato la rotella del mouse sulla voce “Milano Orio al Serio” senza nemmeno collegare a dove portava. Per certi aspetti mi domando se questo atteggiamento puó essere egoista, o forse normale, sento che in generale l’italiano é legatissimo alla famiglia mentre ad esempio l’inglese se ne va di casa a 18 anni per andare a vivere con gli amici e vedere i genitori due volte l’anno, il mio punto di vista sulla situazione é nebbioso ed ho deciso quindi di viverlo istintivamente, chiedo aggiornamenti su come vanno le cose nella mia cittá e sentire che tutto va bene mi basta a non sentire il bisogno di tornare, come il cane che cambia casa mi sento totalmente concentrato soltanto sul presente e sul futuro piú prossimo, il remoto esce dalla concezione di elemento temporale, le mie cose da proteggere sono diventate il “qua” e l’ “adesso”. Dopotutto, in una vita cosí breve, in un contesto cosí fragile e cosí mutevole, il tempo ti viene strappato dalle mani senza che tu ti possa nemmeno rendere conto di come l’hai speso, mentre invecchi, mentre il sentiero alle tua spalle si fa polvere, mentre gli altri ti giudicano, mentre il mondo avanza. Dove si va, lo vedremo quando saremo arrivati.

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