I’m losing my identity

E’ interessante buttare l’occhio sugli altri paesi e vedere come si destreggiano diversamente nel risolvere i nostri stessi problemi. Ad esempio in Italia non é segreto che l’immigrazione rappresenti una piaga, ma allora cosa deve dire l’Inghilterra, che in un comunicato rivelato dalla tesoreria di stato lancia il drammatico allarme che nei soli ultimi 5 anni si sono stabilmente insediati nel loro bel paese delle patate (e della pioggia) la mastodontica somma di 1 milione di stranieri, con l’amara sorpresa che il solo numero di lavoratori britannici nativi é crollato di mezzo milione.
Ora, l’Inghilterra é un paese che per anni ha vissuto come noi nella pacifica illusione che gli immigrati prendessero posizioni di lavoro "basse", che gli inglesi non erano piú interessati a ricoprire, ma questo documento arriva agli occhi dei Britannici come un vero e proprio schiaffo, si parla dell’80% dei nuovi posti di lavoro che vengono assegnati ad immigranti, accompagnata da una curva in caduta libera degli impiegati nativi, mezzo milione soltanto nello scorso anno.
Ovvio l’allarmismo riportato dal comunicato di risposta del dipartimento per il lavoro: "Questi sono numeri sorprendenti, e contraddicono quanto il governo ha sempre dichiarato, cioé che gli immigranti non stanno occupando posti di lavoro precedentemente britannici".
Ora, io dal mio lato devo solo stare zitto visto che sono una delle parti in causa, ma dall’altro butto l’occhio al mio paese nativo con lo stesso problema e mi dico: noi MAGARI fossimo al livello che gli immigrati ricoprono i posti di lavoro del nativi, noi siamo al livello che non abbiamo posti di lavoro nemmeno per noi stessi e se uno immigra nel nostro paese é perché ha la guerra nel paese di origine e viene ad aumentare il mercato della prostituzione e dello spaccio (posso dire per costrizione?). Alla luce dei recenti avvenimenti poi non so piú che pensare, perché ritengo che sia una bella cosa mischiare le etnie e poi ritrovarsi in una singola enorme cittá e vederla fiorire per l’apporto che tutti le danno, ma perdere la propria identitá é sicuramente sbagliato e tantomeno degradarla con spregiudicata illegalitá. Ha ragione anche chi dice che Londra non é piú inglese, o che l’Italia stessa non é piú italiana, eppure questo processo é inarrestabile, se gli Stati Uniti d’America non sono stati soltanto un’utopica pubblicitá del sogno americano presto tutti ne seguiremo il (triste) esempio. Diventeremo tutti un America 2? Dopo che l’America era nata come un Europa 2? Io credo non lo sapremo mai, fortunatamente saremo giá morti.

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