La veritá (l’ennesima)

Avete presente quando leggete la posta dalla webmail, perché non vi trovate a casa o perché il vostro provider "con riluttanza ha dovuto impedire l’utilizzo di programmi di posta per impedire l’invio di spam, ma pagando una sottoscrizione é possibile usare tutti i programmi che si vuole" (ogni riferimento a hotmail é puramente casuale). Ovviamente la webmail é tempestata di pubblicitá indecente, che in confronto in galá della pubblicitá é un lieto intermezzo tra il tg della prima serata e quello della notte. Alice poi, che é anche autoreferenziata, ti propone quotidianamente una serie di link ai suoi servizi (totalmente inutili) e scoop (tipo "oggi abbiamo scoperto che la famosa Rossella Falk ha finito la carta igienica"), ma ieri si é toccato l’apice. Sotto a "Shilpa dichiara: Richiard Gere ha rischiato la vita per me", campava infatti "Alice vi rivela in anteprima i segreti del caso inventato di Cogne". Ehhhh? Praticamente si viene a sapere che Maria Grazia Torri, una "giornalista, detective per caso" (é come si definisce lei, e cominciamo bene) ha pubblicato un libro dove dichiara che ha scoperto (su che basi?) che l’omicidio di Cogne é inventato (Boom) e mai accaduto (doppio Boom) perché é ovvio che il bambino ha avuto un aneurisma spontaneo con conseguente emmorragia, é ovvio che non c’era il tempo per nessun omicidio, é ovvio che non si trovi l’arma, e si stupisce di come nessuno tra medici paramedici accusatori e difensori sia arrivato alla ovvia conclusione saltando immediatamente all’idea dell’omicidio. E’ impressionante quanta gente tenti di tramare denaro sulle tragedie degli altri. Perché qualcuno dovrebbe spiegare alla Maria Grazia che in 4 anni la difesa si é attaccata ad ogni appiglio possibile ed immaginabile, ogni strada é stata percorsa avanti e indietro 40 volte dagli inquirenti, hanno fatto un Cogne, un Cogne bis e un Cogne tris, e nella stessa telefonata al 118 la povera Franzy era la prima ad urlare alla morte naturale e la pista é stata scartata per certi motivi che la Maria Grazia ha forse abilmente glissato nel suo libro.
Veramente, é impressionante notare la macchina di denaro che é stata avviata dal giorno dell’omicidio: il processo, gli avvocati, gli inquirenti, gli analisti, gli psicologi, tutti le riviste di gossip, i paparazzi, le trasmissioni TV, gli speciali vari, i libri.. Per certa gente quell’omicidio é stata una benedizione e fa schifo notare che mentre la macchina della legge si muove da sola, la macchina dei media la muoviamo noi, perché io sono convinto che senza tutti i soldi da ricamare intorno alla vicenda del povero Samuele alla nostra "Maria Grazia, detective per caso" non sarebbe minimamente fregato di dire al mondo la sua veritá, tanto meno di pubblicare un libro e tanto meno di dare l’esclusiva in anteprima su Alice.

Comments are closed.