L’elefante e la cristalleria

29 dicembre

The hardest part (L’elefante e la cristalleria)

In questo momento mi viene da ridere.
Mi viene da ridere se penso al tour-de-force che ho dovuto passare in questi giorni di parente in parente per i saluti "obbligatori" che un disadattato extracomunitario come me deve fare per avere il nulla osta almeno dal primo circolo di parentela, sacrificando il dovuto riposo e relax in cambio di baci di Giuda e fette di torta all’arsenico.
Mi viene da ridere perchè a sentirli oggi quello che ho fatto io negli ultimi mesi è grosso, è importante, è una cosa degna di ammirazione, che richiede coraggio e sacrificio, quando prima di partire ero la pecora nera che piantava casa e lavoro per lanciarsi nel nero cosmo siderale senza fine, ero quello da additare e criticare senza troppi complimenti. Per questo scrivo di baci di Giuda e torte all’arsenico, per incostanza delle masse, e più ci penso e più mi viene da ridere.
Mi viene da ridere perchè gli ingenui parenti non sanno, non capiscono, loro parlano, si consultano, confabulano, borbottano come caffettiere dimenticate sul gas, sentenziano quello che per loro è il mio bene, ma in realtà non capiscono il movimento di un singolo neurone che gira nel mio cervello, nel cervello di un disadattato, non capiscono che un mese di vita a Londra per me è più facile di un giorno in Italia, di quanto sopporti con gioia lo sguardo di mille impiegati che corrono al lavoro ma non quello di un singolo pensionato bigotto che ama giudicare dall’alto della sua panchina del parco, di quanto ami il sorriso della fiorista che mi comunica che consegnerà i miei fiori sulla tomba di mia nonna come da me richiesto, ma non quello dei parenti serpenti che dopo telefonate e sussurri sotto i caschi della parrucchiera locale verranno inevitabilmente a sapere che quei fiori sono miei e giudicheranno della mia spesa che, manco a farlo apposta, sarà troppo misera o troppo esagerata.
La gente non capisce, anzi, la gente non capisce niente, e dall’altro della sua immensa noia, giudica e giudicherà per sempre, finche la morte non giungerà a dargli qualcos’altro di cui occuparsi, il nero cosmo siderale nel quale non ci si può rifiutare di lanciarsi, con tutte le cose che restano in sospeso ed incompiute.
In realtà, quello che dovrebbero capire, è che per un disadattato la parte difficile è proprio ignorare le cose che tutti loro riescono ad ignorare con una naturalezza talmente spontanea da sembrare irreale, le cose importanti che invece scartano per cose infinitamente più futili, come un cieco si preoccuperebbe di giudicare l’abbigliamento della propria badante senza prima curarsi di come lei veste lui stesso.
Smettere di ignorare queste cose e guardarle in faccia, questa è la parte più difficile, trovare la forza per prendere l’elefante e portarlo fuori dalla cristalleria dove stava dormendo, invece di edificarci intorno incuranti di tutto .. ma la gente non capisce, non si interessa, si preoccupa solo delle cose che vuole vedere, finge di non sentire i cristalli che tintinanno ad ogni suo russo, e poi si piange addosso se ne deve pagare le conseguenze, la colpa tanto è dell’elefante.
Invece io, costretto ad osservare la mia ex-realtà quotidiana con gli occhi di uno che è solo di passaggio, ho sentito il bisogno di chiudere le cose che avevo in sospeso, ed è incredibile realizzare quanta forza richieda guardare in faccia una persona e dire cose che si sarebbero dovute dire anni prima, concludere cose aperte e lasciate lì a sonnecchiare proprio come l’elefante nella cristalleria, sperando che le discussioni aperte e mai concluse si chiudano da sole, che la gente dimentichi e che le ferite si leniscano gradualmente, che gli scheletri si consumino placidamente nei loro comodi armadi. Capisco che è questa la parte più difficile quando si vive costantemente nella stessa realtà, ci si rifiuta di mettersi in gioco per la paura di perdere tutto, si sceglie di ignorare il rimorso che corrode lentamente la nostra serenità, si riesce addirittura ad essere annoiati dagli scheletri negli armadi che vediamo ogni giorno … e poi ci facciamo fermare dei giudizi della gente che nella nostra vita non conta poi molto.
Ora di questo 2006 ho proprio spremuto tutto fino all’ultima goccia, ho chiuso i miei conti, ho pagato i miei debiti, e non mi resta che da riscuotere la mia nuova vita Londinese, magari smettendo di rimuginare sulle cose dette a metà o non dette del tutto, della mia vecchia vita italiana. Nel 2007 molte cose cambieranno, molte sono già cambiate, e molte altre stanno cambiando.. ma presto ve ne accorgerete anche voi.
Buon 2007 a tutti.
 
 
 

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