Le certezze

Le certezze che non hai

Non sono mai stato un tipo da carrambate .. ma quando mi si è presentata la possibilità di ritrovarmi a cena con tutti i miei vecchi compagni di classe, alcuni dei quali non vedevo da 6 anni, non ho potuto rifiutare l’occasione. E’ incredibile come il tempo scorra impietoso, ma allo stesso tempo non scalfisca minimamente il tipo di rapporto che avevi lasciato con certe persone. Interrompere qualcosa, e poi riprenderla esattamente dal punto dove era stata lasciata in sospeso, è una delle cose più belle che io abbia scoperto sull’amicizia. Certo, un distacco di sei anni comporta un sacco di "come stai", "cosa fai", e quel genere di domande che sono praticamente d’obbligo, ma dopo un’ora, trovarsi ancora a ridere ancora come sei anni fa, sulle stesse cose, deficienti come allora, ti lascia una sensazione di sicurezza incredibile, come se potessi per un attimo illuderti che il giorno dopo ti aspettasse ancora una giornata scolastica fatta di interrogazioni e verifiche, e invece vabbè, il mondo del lavoro, quello dei grandi, ci conosce fin troppo bene e da fin troppo tempo.
Tuttavia, è stata una botta realizzare non solo che nonostante noi non siamo cambiati purtroppo il tempo è passato eccome, ma anche che la vita da un momento all’altro può riservarti sorprese che ti cambiano per sempre, senza avvisare. E’ il caso di un mio ex-compagno di classe, che la vita ha deciso di far rientrare in questa stretta cerchia di persone. Lui era uno come tanti, uno come noi, uno che girava in motorino, che giocava a basket, che imbrattava i muri con le bombolette, uno che, come noi, non si sarebbe minimamente immaginato che una mattina ti potresti anche svegliare improvvisamente paralizzato dalla vita in giu, per diosolosa quale motivo. E invece queste cose succedono, ed è pure toccato a lui. A quanto sembra ci sono fardelli che la vita assegna su percorsi apparentemente casuali, visibili e invisibili.. purtroppo, tra tutte le persone che conosco, il più pesante è il suo.
 
Sapendo che domenica sarebbe stato tra i partecipanti della 24 ore di basket di Trescore, mi sono fiondato a capofitto per vederlo (al prezzo di una sveglia micidiale dopo una notte di bagordi) non fosse altro perchè sapevo che ne sarei venuto via con una lezione di vita esemplare, e difatti così è stato. Sarei tentato di scrivere che ho visto in lui la stessa invidiabile grinta di un tempo, ma purtroppo non è stato così, e di certo non mi è possibile biasimarlo, moltissime persone al suo posto avrebbero già ceduto alla tentazione di spararsi un colpo in testa, o starebbero passando la vita in una stanza chiusa tra televisione, dvd, internet e qualche libro, e io probabilmente sarei tra questi ultimi. Ma lui ha trovato il coraggio e la forza di andare avanti con la sua testa, di uscire di casa, di rifare la patente, di giocare a tennis, di unirsi ad una squadra di basket, di non permettere ad una sedia a rotelle di portargli via tutte le cose che la vita gli ha lasciato ancora da fare, seppure, come lui stesso dice, nella vita niente è certo.
Da quando l’ho rivisto, mi trovo nel mezzo della giornata a pensare a lui, alle certezze della vita, alla lezione che non si è nemmeno reso conto di avermi dato, e mi ripeto: Trovarsi in una condizione come la sua è qualcosa di terribile, che non augurerei mai a nessuno. Ma trovarsi davanti a lui, parlare con lui, quella è una cosa meravigliosa che auguro a tutti.
 

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